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La questione ebraica e l’ascesa dell’antisemitismo nella Spagna del ‘400 – Parte I

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Di Stuart Wallis1

Tempo di lettura: 15 minuti

Il 27 ottobre 2018, Robert Bowers, 46 anni, è entrato nella sinagoga Tree of Life di Pittsburgh, in Pennsylvania e ha aperto il fuoco contro gli ebrei che partecipavano alle funzioni del mattino dello Shabbat durante una cerimonia per l’assegnazione del nome di un bambino. “Tutti gli ebrei devono morire!”, ha urlato. Prima della sparatoria, Bowers, che si professava cristiano, aveva fatto diversi commenti antisemiti sui social media.

Il 27 aprile 2019, il 19enne Timothy Earnest è entrato nella sinagoga Chabad di Poway, in California, l’ultimo giorno di Pasqua, armato di un fucile AR-15 e ha iniziato a sparare, uccidendo una persona e ferendo il rabbino, un bambino e un’altra persona. Anche Earnest si è dichiarato cristiano e ha lasciato una lettera di sette pagine in cui spiega le ragioni del suo gesto. Nella lettera ha espresso un odio stereotipato nei confronti del popolo ebraico, che ha incolpato di aver ucciso Yeshua, di controllare i media e di essere responsabile del genocidio dei bianchi. 

“Meritano di morire!”, argomentava.

Nel luglio del 2019, gli investigatori federali hanno arrestato un presunto neonazista e lo hanno accusato di minacce antisemite e di aver girato un video minaccioso in cui lo si vede sparare a caso, come se si stesse esercitando per un futuro massacro di vittime inermi. Kelsey, il cui credo religioso è sconosciuto, sostiene che “ovunque gli ebrei vadano nel mondo causano problemi”. 

Cosa sta succedendo? Questi tre recenti avvenimenti sono accidentali o sono una tendenza? Due di questi presunti assassini hanno dichiarato di essere cristiani. Come dobbiamo comportarci di fronte a queste affermazioni? Queste sono solo alcune delle domande che io e altri ci poniamo. L’antisemitismo non è una novità. Esiste da quando Dio chiamò Abramo a essere il padre della razza ebraica, ma oggi può manifestarsi nel nome del Messia.

Nel primo secolo, prima di Atti 10 e della conversione di Cornelio, la stragrande maggioranza dei credenti era ebrea: erano loro gli evangelisti del mondo. In Atti 4, quando troviamo gli apostoli Giovanni e Pietro che predicano apertamente il Messia, viene loro ordinato dal Sinedrio di non predicare più nel nome di Yeshua. Giovanni e Pietro sfidano gli ordini e dicono di non poter smettere di predicare ciò che hanno visto e sentito. I due, così come gli altri apostoli, furono spesso picchiati, imprigionati e persino martirizzati per aver predicato Yeshua. 

Gli eventi attuali e questo racconto biblico mi hanno portato a una domanda di base e a un viaggio attraverso la storia che conduce al passato oscuro della fede che professo. La mia domanda è stata: “Come ha fatto il nostro mondo a passare dalla persecuzione e dall’uccisione dei credenti ebrei che avevano creduto nel Messia nel primo secolo, all’attuale persecuzione e uccisione degli ebrei, nel nome del Messia, nel 21° secolo?”. L’antisemitismo violento per mano dei cristiani nominali deve aver avuto un inizio. Quello che ho trovato è stato al tempo stesso inquietante e illuminante.

Una frase scritta da Timothy Kelsey mi è rimasta impressa nella mente: “Ovunque gli ebrei vadano nel mondo causano problemi”. Il termine peggiorativo usato, insieme alla falsità non biblica a cui Kelsey allude, è qualcosa che è emerso in ogni nazione che il popolo ebraico ha chiamato casa: “La questione ebraica”. La questione ebraica, chiamata anche “problema ebraico”, è un termine coniato dalla storica e scrittrice ebrea Lucy Dawidowicz nel suo epico libro sulla Seconda guerra mondiale “The War Against the Jews 1933-1945 2” (La guerra contro gli ebrei 1933-1945). Sebbene questo termine sia stato coniato dalla Dawidowicz, la questione non è limitata al suo tempo. Il punto centrale di questa domanda è: “Cosa facciamo con tutti questi ‘ebrei’ nella nostra terra?”. Nel corso della storia, questa domanda è stata posta quando il popolo ebraico di quella nazione raggiunge un livello in cui la prosperità e il controllo ebraico diventano apparentemente minacciosi. La gelosia e la paura sono spesso all’origine di questa domanda, che va ben oltre l’accusa convenzionale che il popolo ebraico sia “assassino di Cristo”, poiché molte nazioni del passato che hanno posto questa domanda non conoscevano Yeshua.  

Non si tratta affatto di una domanda nuova, riservata al 20° secolo e oltre, poiché fu posta per la prima volta dal nuovo re d’Egitto in Esodo 1:8-10: Sorse sopra l’Egitto un nuovo re, che non aveva conosciuto Giuseppe. Egli disse al suo popolo: «Ecco, il popolo dei figli d’Israele è più numeroso e più potente di noi. Usiamo prudenza con esso, affinché non si moltiplichi».” La prova del “problema ebraico” si trova ancora una volta nel libro di Ester, al capitolo tre, dove Haman crea un editto per eliminare gli israeliti di Persia. Ovunque il popolo ebraico sia andato, si pone la stessa domanda. Ma né il re d’Egitto né Haman erano credenti, quindi quando è stata posta per la prima volta la “questione ebraica” da una nazione di cristiani professanti? Il mio studio ha portato a esaminare una serie di scritti antisemiti redatti per mano di cristiani quasi fin dall’inizio della fede. Quasi contemporaneamente alla proclamazione del cristianesimo come religione nazionale dell’Impero Romano da parte di Costantino nel 313 d.C., alcuni dei primi Padri della Chiesa cominciarono a scrivere retorica antisemita. Girolamo (347-420 d.C.) e Giovanni Crisostomo (354-407 d.C.) scrissero molti scritti antisemiti. In particolare Crisostomo inveì contro le feste ebraiche, desiderando liberare il mondo cristiano da quelle “usanze perverse” 3.

Black Death

Nei secoli a venire si troveranno altri scritti antisemiti, nonché periodiche rivolte e violenze contro gli ebrei; ma quello che si trova nella Spagna del XIV secolo fa un chiaro passaggio dalla retorica all’azione, che portò all’uccisione di massa degli ebrei di Spagna per mano dei cristiani nel monumentale massacro del 1391. Questa calamità portò a quella che rimane una macchia oscura sulla cristianità: l’Inquisizione spagnola. Questo tempo e questo luogo hanno creato il vero momento di svolta nelle relazioni ebraico-cristiane. 

Come il popolo ebraico giunse per la prima volta in Spagna è spesso discusso, sebbene una volta lì si moltiplicò rapidamente. Senza dubbio il loro arrivo avvenne poco dopo la crocifissione di Yeshua. Il popolo ebraico conobbe diversi livelli di prosperità e persecuzione sotto i Visigoti, che controllarono la penisola iberica tra il V e l’VIII secolo, e sotto i Mori musulmani, che abitarono la terra dall’VIII alla metà del XIII secolo.

La graduale riconquista della terra da parte dei cristiani non interruppe di molto l’aumento di prosperità di cui gli ebrei iberici godevano sotto il dominio moresco. Quando San Fernando (Ferdinando III di Castiglia) conquistò la città di Siviglia nel 1224, permise agli abitanti ebrei della città di riadattare quattro moschee in sinagoghe e concesse loro alcuni terreni di prima scelta su cui costruire le loro case. Tuttavia, per queste comodità Fernando impose due severe condizioni: gli ebrei di Spagna si sarebbero astenuti dal fare proselitismo tra i cristiani e dall’insultare in qualsiasi modo la fede cristiana. Ciononostante, ci furono conflitti tra il popolo ebraico e i suoi vicini cattolici. 

La prosperità aumentò sotto il dominio cristiano, permettendo al popolo ebraico di moltiplicarsi e prosperare liberamente, culminando alla fine del secolo con un gran potere e ricchezza, diventando quasi uno Stato nello Stato. All’inizio del XIV secolo, si stima che la popolazione totale dei regni spagnoli fosse di 30 milioni di persone 4. In base ai registri fiscali, di questi 30 milioni, circa 7 milioni erano ebrei spagnoli. Sebbene fossero una minoranza, acquisirono un potere e un’influenza di gran lunga superiori al loro numero. Divennero così potenti nello Stato che le imposizioni stabilite in precedenza da Fernando divennero impossibili da applicare. 

Novantuno anni prima del massacro, gli ebrei di Spagna controllavano gran parte della finanza e del commercio ed erano praticamente gli unici banchieri. Il prestito di denaro – pratica vietata dalla Chiesa cattolica a qualsiasi tasso d’interesse – divenne la loro principale fonte di reddito. Considerando l’alto rischio d’insolvenza, prestavano denaro a tassi autorizzati dai re di Navarra e Aragona del 20%. In Castiglia si arrivava al 33 e un terzo per cento. È importante notare che gli usurai erano autorizzati a praticare questi tassi elevati a causa dei rischi e della scarsità di monete 5, e spesso i tassi erano negoziati più al ribasso. A causa delle restrizioni ecclesiastiche sul prestito a interesse, i banchieri ebrei rappresentavano una risorsa inestimabile e senza dubbio non mancavano di clienti in questo periodo pre-rinascimentale.

Grazie alla grande abilità degli usurai ebrei nel campo della finanza, i re facevano spesso affari con loro, ma a loro volta i finanziatori richiedevano spesso ingenti garanzie o concessioni politiche. Una delle concessioni consisteva nell’eliminazione dei distretti fiscali. Alcuni dei più ricchi usurai ebrei divennero esattori delle tasse, aggiungendo il loro compenso per il servizio a quello che doveva essere riscosso. Ovviamente, questo non piaceva alla gente del posto e ai contadini. A complicare le cose, fu il fatto che, oltre alle tasse, riscuotevano anche la decima obbligatoria per la chiesa di quei distretti. Immaginate il furore che questo creò tra i cristiani. 

Gli ebrei di Spagna si trovavano ora in posizioni di potere mai raggiunte prima nella diaspora. Erano diventati praticamente intoccabili. Le classi inferiori della Spagna odiavano ciò che consideravano pretenzioso e non sopportavano la protezione che gli ebrei godevano presso i re. Spesso protestavano ma senza successo. 

In questo periodo, la Chiesa di Roma cominciò a prendere atto di quanto stava accadendo in Spagna e cercò d’impedire al governo spagnolo di assumere ebrei. Ordinò anche la cessazione di tutti i prestiti di denaro. Ma a quel punto era troppo tardi. Non solo gli ebrei erano preziosi per le monarchie come prestatori di denaro, ma erano anche talmente vitali per i regni nei campi dell’amministrazione, della scienza, della medicina, della matematica, dell’astrologia e dell’architettura che le grida delle classi inferiori caddero nel vuoto. 

La situazione aveva raggiunto un punto di ebollizione per le classi inferiori ed era matura per una rivolta in cerca di un leader. Il regno di Navarra, nel nord della Spagna, fu il primo a ricevere un assaggio di ciò che sarebbe accaduto. Nel 1328, un frate francescano incitò la folla a sollevarsi contro gli abitanti ebrei. Per tutta la primavera di quell’anno, incitò la folla con i suoi sermoni, provocando il massacro e il saccheggio degli ebrei della Navarra, con un numero di vittime che raggiunse le diecimila persone. 6

Il risentimento e l’odio aumentarono, ma furono bruscamente interrotti dall’inizio della peste nera, che causò la morte di quasi 25 milioni di europei. Sebbene le vittime ebree fossero altrettanto numerose, ciò non impedì alla popolazione d’incolpare gli ebrei, accusandoli di aver avvelenato i pozzi. Questa diceria portò a rivolte e omicidi dilaganti.

Ferrand Martinez

Dopo la devastazione dei quattro anni di peste, le rivolte ripresero e probabilmente sarebbero arrivate anche in Castiglia, come in Navarra, se non fosse stato per l’ascesa del re di Castiglia Pedro il Crudele, che regnò dal 1350 al 1369. Pedro assicurò la prosperità degli ebrei come re e si dice che egli stesso fosse ebreo. Secondo una voce largamente accettata, Pedro sarebbe stato scambiato nella culla al posto di una bambina da sua madre, la regina Maria, che era stata avvertita dal re che, se non avesse generato un figlio, l’avrebbe uccisa. Non solo i cittadini di Castiglia credettero alla sua ebraicità, ma la notizia del suo retaggio giunse fino a Papa Urbano V, che non lasciò dubbi sulla veridicità dell’affermazione denunciando Pedro come uccisore di cristiani e mori. Pedro diede ai suoi familiari il controllo totale del governo, finanziando la guerra con il fratellastro illegittimo Enrico II di Trastamara. Pedro fornì protezione alla sua fratellanza, ma alla fine fu sopraffatto da Enrico II, che dopo aver decapitato il suo avversario divenne il re indiscusso di Castiglia. Enrico, che non era amico degli ebrei di Spagna, cancellò tutti i debiti che essi detenevano nei confronti di cristiani e mori e impose loro una pesante tassa. Questa tassa divenne così onerosa che alcuni furono costretti a diventare schiavi. Enrico, tuttavia, non era uno sciocco, poiché vedeva i vantaggi di utilizzare le loro abilità in campo finanziario, medico e quant’altro. Ma una cosa era ormai certa: il popolo ebraico di Spagna non avrebbe più potuto vivere in quella terra come aveva fatto finora.

La situazione divenne così violenta per i nativi ebrei che nel 1388, sotto il governo di re Giovanni I, fu ordinato loro di vivere separati dai cristiani in distretti a loro assegnati. Questi distretti furono chiamati Juderias. Gli ebrei dovevano vivere in questi ghetti e potevano commerciare solo nella pubblica piazza. 

Queste nuove condizioni non erano sufficienti per un fanatico frate domenicano, Ferrand Martinez. I domenicani erano ora responsabili delle Inquisizioni già in corso in Europa. Forse sentendosi forte della posizione e del ruolo del suo ordine, Martinez si assunse il compito di risolvere il secolare “problema ebraico” in Spagna. I suoi sermoni inveivano contro di loro e li rimproveravano, sostenendo che erano una razza maledetta e condannata, applicando erroneamente il giudizio inflitto da Yeshua alla generazione dei farisei di Matteo 12. La sua orazione era così tossica che furono fatti dei tentativi per mettere a tacere la sua retorica sia da parte dell’arcivescovo che del Papa. Dal momento che la Chiesa cattolica non aveva, né voleva dare, l’autorità di uccidere o terrorizzare coloro che appartenevano ad altre fedi, a Martinez fu ordinato di cessare la sua propaganda, cosa che egli ignorò in maniera provocatoria.

Il 9 giugno 1391, Martinez e i suoi complici segnarono un giorno nella storia che avrebbe cambiato per sempre i regni spagnoli. La folla attaccò gli abitanti ebrei di Siviglia prendendo d’assalto le Juderias, uccidendo tutti coloro che non volevano ricevere il battesimo. Migliaia di persone morirono nel massacro, ma molte altre accettarono il battesimo piuttosto che andare incontro a morte certa.

Il massacro del 1391

In altre città si diffuse rapidamente la notizia di ciò che stava accadendo a Siviglia, scatenando altre rivolte e uccidendo senza pietà per l’età o il sesso. Venendo a conoscenza dell’imminente assalto, molte vittime ebree terrorizzate cercarono il clero, chiedendo a gran voce il battesimo piuttosto che affrontare la morte. Sebbene le stime siano spesso contestate e riviste al ribasso, alla fine dell’estate furono massacrate ben 50.000 vittime ebree e circa un milione ricevette il battesimo. 7

L’anno 1391 creò una nuova classe di persone in Spagna: gli ebrei convertiti al cristianesimo, chiamati Conversos o “Nuovi Cristiani”. Questi nuovi cristiani erano ora obbligati a seguire la legge della Chiesa cattolica romana e ad abbandonare ogni pratica dell’ebraismo, pena la tortura, le multe, l’imprigionamento e la morte. Naturalmente, molti di coloro che accettarono il battesimo lo fecero solo per sfuggire all’esecuzione e continuarono a vivere secondo le tradizioni dei loro padri. Ciò spinse le autorità cattoliche ad aprire indagini che esaminarono questi Conversos, utilizzando la tortura come una delle tattiche dell’Inquisizione. 

Questi eventi spagnoli hanno avuto effetti duraturi sulle relazioni tra ebrei e cristiani. Purtroppo, la maggior parte dei cristiani, anche quelli che sono veri credenti in Messia Yeshua, ignorano dolorosamente questo periodo e molte delle atrocità subite dagli ebrei per mano dei cristiani. Questi ultimi, le cui azioni passate perseguitano ancora oggi le relazioni tra ebrei e cristiani, hanno prodotto un’intrinseca sfiducia nei confronti dei seguaci del Messia da parte del popolo ebraico. Le crociate, le inquisizioni, i pogrom e l’Olocausto sono spesso considerati dagli ebrei come atti compiuti dai cristiani. Anche gli scritti di Lutero e Calvino, due leader della Riforma, contengono retorica antisemita. Anche coloro che infestano il nostro presente, citati all’inizio di questo articolo, hanno commesso i loro crimini in nome del Messia. Per gli ebrei non fa molta differenza se coloro che dichiarano il Messia sono fuorviati o lo professano falsamente. Tutto ciò che sentono è che i crimini sono stati commessi, ancora una volta, sotto la bandiera della croce.

Seville, Castile Spain

Alla luce del massacro in Spagna e delle azioni dei killer delle sinagoghe negli Stati Uniti, è assolutamente valido e doveroso mettere in dubbio la validità delle loro rivendicazioni del Messia. Come veri ambasciatori del Messia, è nostro dovere condannare la retorica antisemita che oggi si sente spesso tra i credenti e i non credenti. Il popolo ebraico è stato una benedizione in ogni nazione che ha chiamato casa. Anche queste nazioni hanno sperimentato la benedizione grazie al loro trattamento benevolo nei loro confronti, adempiendo alla promessa data in Genesi 12:3. Se noi, come veri cristiani in questo Paese, non ci schieriamo al fianco del popolo ebraico e non condanniamo ogni futuro attacco contro di esso, non soltanto il raggiungimento della comunità ebraica continuerà a essere ostacolato, ma la fine della nostra nazione è imminente. Essere dalla parte sbagliata del popolo ebraico significa essere dalla parte sbagliata di Dio. 

Il nostro amore per coloro che non hanno il Messia non deve mai escludere il popolo ebraico. Le conversioni forzate e i battesimi forzati da parte della Chiesa cattolica nella Spagna del XIV secolo non hanno contribuito a far crescere il corpo del Messia; è più probabile che lo abbiano danneggiato. La mia preghiera è che i credenti inizino a raggiungere il popolo ebraico e a testimoniare del Messia attraverso le parole e le azioni, cercando di riparare questi steccati rotti con una migliore conoscenza del nostro passato. Pregate per la nostra nazione e per il popolo ebraico della nostra nazione! (vai alla Parte 2)

Stuart Wallis

1  Stuart Wallis svolge la sua funzione di pastore a Canby, OR, dove vive con sua moglie con cui è sposato da 29 anni, e tre dei loro cinque figli. Ha conseguito una laurea in Studi messianici presso il Tyndale Biblical Institute and Seminary e un’ampia formazione in Studi ebraici presso il Friends of Israel nel New Jersey. Il rinomato oratore può essere contattato all’indirizzo stuartwallisministries@gmail.com.

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2 Lucy Dawidowicz, The War Against the Jews: 1933-1945, (New York, NY: Bantam Press, 1986).

3  John Chrysostom, Against the Jews, Homily I chapter 5, (http://www.tertullian.org/fathers/chrysostom_adversus_judaeos_01_homily1.htm 2011).

4 William Thomas Walsh, Isabella of Spain: The Last Crusader (Pickle Partners Publishing, 2016), Loc. 3573.

5 Henry Charles Lea, A History of the Inquisition of Spain, Vol. I (United States of America, The Macmillan Company, 1922) Loc. 1874-1885.

6 Ibid., Loc. 1929.

7 Walsh, Loc. 3617

Questo articolo è uscito per la prima volta su Ariel Magazine – Winter 2019

Tradotto dall’inglese all’italiano da Martina Pifferi Speciale

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