È tempo di raccontare una leggenda che spiega perché Chanukah è conosciuta anche come Festa delle Luci.
La storia
Nel 167 a.C., un sacerdote di nome Mattathias e i suoi cinque figli partirono per liberare il loro paese dall’impero seleucide. La famiglia del sacerdote, che apparteneva alla dinastia degli Asmonei, divenne nota come i Maccabei. Il nome “Maccabeo” significa “il martello”. Fu applicato a Giuda, il capo dei cinque fratelli, che “martellò” i siriani fino a sconfiggerli.
Dopo la loro vittoria, i Maccabei purificarono il Tempio e demolirono il vecchio altare, che era stato profanato dall’offerta di un maiale. Costruirono poi un nuovo altare e fecero anche nuovi vasi sacri, un candelabro, l’altare dell’incenso, la tavola del pane da esposizione e le tende. Quando tutto fu pronto, ridedicarono il Tempio. Il 25 di Kislev, dell’anno 165 a. C., tre anni dopo la profanazione. Gli eventi sono registrati in 2 Maccabei 10:1-8 e da Giuseppe Flavio nelle sue “Antichità giudaiche”.
La festa
A questo punto si inaugura la nuova festa. Quando il re Salomone dedicò il Primo Tempio, decise che i festeggiamenti avrebbero dovuto seguire quelli di Sukkot, la Festa dei Tabernacoli. Così, la dedicazione fu osservata per otto giorni con l’accensione dei candelabri. I Maccabei decisero di imitare quelle celebrazioni e di osservare per otto giorni anche la ridedicazione del Tempio; poiché Sukkot si celebra con l’accensione dei candelabri, anche in questa occasione accesero i candelabri. Per questo motivo le luci sono state associate a Chanukah, come osservato da Giuseppe Flavio:
«Tanto piacere trovarono [Giuda Maccabeo e i suoi concittadini] nel rinnovamento delle loro usanze, e nell’ottenere inaspettatamente il diritto di avere il proprio servizio dopo così tanto tempo, che fecero una legge secondo cui la loro discendenza avrebbe dovuto celebrare la restaurazione del servizio del Tempio per otto giorni. E da quel momento ad oggi osserviamo questa festa, che noi chiamiamo Festa delle Luci, dandogli questo nome, credo, dal fatto che il diritto al culto ci è apparso in un momento in cui difficilmente osavamo sperarlo».
La leggenda
Più tardi, i rabbini inventarono la leggenda del miracolo di Chanukah: un piccolo vasetto d’olio tenne accese le candele per otto giorni. Tuttavia, questo dettaglio non compare in nessun testo ebraico fino a 600 anni dopo la prima festa di Chanukah:
“La Ghemara chiede: cos’è Hanukkah, e perché le luci sono accese per Hanukkah? La Ghemara risponde: i Saggi insegnavano nella Megillat Ta’anit: il venticinquesimo giorno di Kislev, i giorni di Hanukkah sono otto. Non si può fare l’elogio funebre in essi e non si può digiunare in questo periodo. Qual è il motivo? Quando i greci entrarono nel santuario contaminarono toccandoli tutti gli olii che si trovavano nel santuario. E quando la monarchia asmonea li sopraffece e ne uscì vittoriosa, cercarono e trovarono una sola piccola coppa d’olio che era stata posta con il sigillo del Sommo Sacerdote, senza essere stata toccata dai Greci. Dentro c’era olio sufficiente per accendere il candelabro per un solo giorno. Si verificò un miracolo, riuscirono ad accendere il candelabro per otto giorni. L’anno successivo i Saggi istituirono quei giorni e li dichiararono festivi con la recitazione dell’hallel e un particolare ringraziamento in preghiera e benedizioni.” (b. Shabbat 21b)
Tuttavia, non esiste alcuna documentazione storica di un tale miracolo.
Meditando su Chanukah tratto da The Feast and Fasts of Israel del dr. Arnold G. Fruchtenbaum
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