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QUATTORDICI SEGNI CHE ACCOMPAGNANO LA CROCIFISSIONE

Di Jacques Isaac Gabizon

Quando si studiano gli eventi relativi alla crocifissione e resurrezione di Yeshua, è possibile vedere quanto Dio abbia usato grazia e abbia mosso cielo e terra per far sì che il Suo popolo potesse arrivare ad una conoscenza salvifica del Messia. Osservando le ultime ore di vita di Yeshua sulla croce e il tempo fino alla distruzione del Tempio nel 70 d.C., è possibile contare almeno quattordici segni significativi permessi da Dio per scandire il tempo. Quelli menzionati nelle Scritture saranno studiati in questo articolo. Ma ce ne sono altri che sono raccontanti in un’altra fonte poco attendibile, il Talmud. Non è chiaro se i rabbini abbiano realizzato  la portata delle cose che hanno scritto ma, in ogni caso, il Signore ha avuto il pieno controllo anche dei loro scritti. Il Figlio di Dio non sarebbe morto silenziosamente.

Quando Yeshua morì, ebbero luogo alcuni eventi significativi. E’ difficile negare che questi fossero dei segni. I segni non erano delle minacce, ma segni di grazia, segni di avvertimento. Dio non era arrabbiato. Egli era triste, ma non per Suo Figlio, bensì per il Suo popolo. Mentre Suo Figlio stava soffrendo per tutti i peccati passati, presenti e futuri di tutto il mondo, il nostro Dio misericordioso stava ancora supplicando il Suo popolo di pentirsi. “Svegliatevi!” Gli stava dicendo, “Svegliatevi! Avete capito che Io vi ho dato il mio unico Figlio affinché  poteste vivere?”. Egli lo sta ancora dicendo a noi oggi.

I segni studiati in questo articolo si trovano sia nelle Scritture che negli scritti rabbinici. Il primo blocco si trova in Matteo 27:50-53:

E Gesú, avendo di nuovo gridato con gran voce, rese lo Spirito. Ed ecco, la cortina del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si schiantarono, le tombe s’aprirono e molti corpi dei santi, che dormivano, risuscitarono; e, usciti dai sepolcri, dopo la risurrezione di lui, entrarono nella città santa e apparvero a molti.

Ben sei dei segni maggiori avvennero quando Yeshua rese il Suo Spirito. Il primo segno, la cortina strappata, era per i sacerdoti. Questa tenda non era come le tende che abbiamo normalmente appese alle finestre delle nostre case. Secondo Flavio Giuseppe il velo misurava 60 piedi per 30 ed era spesso circa 4 pollici. Separava il luogo santissimo, che rappresenta la presenza di Dio, dal resto del Tempio. Nessun altro poteva entrare in quel luogo tranne il sommo sacerdote, il quale vi poteva entrare solo una volta all’anno, durante la Festa dell’Espiazione, in ebraico Yom Kippur. Perciò, l’accesso a Dio era limitato, e ciò che lo limitava erano i nostri peccati. Ma, poiché il Figlio di Dio prese su di sé tutti i peccati, il velo di separazione si squarciò in due, così che coloro che credono in Lui adesso abbiano pieno accesso a Dio (Eb. 10:19-22). Il velo si strappò dall’alto al basso perché era un’opera di Dio. Se un uomo dovesse strappare una tenda, lo farebbe dal basso, ma questa era stata strappata dall’alto verso il basso, mostrando così che l’intero piano di salvezza è opera di Dio.

Il secondo segno, il terremoto, era un avvertimento per tutto il popolo.

Come terzo segno, le rocce si spaccarono. Questo miracolo assomiglia ai giudizi della fine dei tempi. In Apocalisse 6:16, il popolo chiede alle montagne e alle rocce di cadere su di loro e di nasconderli dal volto di Dio e dall’ira divina dell’Agnello. Sulla croce, Yeshua stava prendendo su di sé tutta l’ira divina e così fu come se alle persone che avevano assistito alla Suo crocifissione venisse data la possibilità di scegliere: scegliere Yeshua come personale Salvatore ora, o quando tornerà lo farà in qualità di giudice.

Come quarto segno, le tombe si aprirono. Non è una sorpresa che la maggior parte dei commentatori biblici menzionino questo evento e vadano avanti ai versetti successivi. Essi non riescono a vedere l’ironia in questo passaggio. 

Dopo la morte di Gesù, i capi religiosi avevano fretta di togliere il Suo corpo dalla croce in modo da evitare di profanare il Sabato. Tuttavia, qui veniamo a sapere che per tutto il Sabato le tombe rimasero aperte. Il Sabato e l’intero paese erano stati profanati. I capi religiosi dovevano aver notato le tombe aperte ma non poterono fare niente in quanto sabato. Eppure, queste tombe aperte ricordavano loro che qualsiasi idea di consacrazione e santità avessero non potevano prescindere da Dio. Essi avevano appena crocifisso il Figlio di Dio e volevano essere consacrati e santi. Volevano avere religione senza Dio.

Dopo la conclusione del sabato sera, quando iniziava il primo giorno della nuova settimana, i capi religiosi avrebbero potuto mandare delle persone a coprire queste tombe. Tuttavia, le tombe erano vuote perché i morti  erano risuscitati. Questo è il quinto segno. E’ significativo notare che solo le tombe dei credenti erano aperte. Risuscitarono dai morti nello stesso momento in cui Yeshua risorse dalla morte, ed essi cominciarono a camminare per Gerusalemme. Che grande segno dev’essere stato! Quante persone saranno state? Da chi saranno andate? Rimasero in vita per molto tempo? Non lo sappiamo, ma ciò che sappiamo è che il nostro Dio stava muovendo cielo e terra per la salvezza del popolo.

E’ sorprendente notare che solo 3000 persone vennero alla fede nel giorno della Pentecoste (Atti 2) nonostante tutti questi segni. Secondo Flavio Giuseppe c’erano più di 3 milioni di persone a Gerusalemme a quel tempo per celebrare la Pasqua e la Pentecoste. Il che è un triste 1%. 

Il sesto segno era diverso da quelli precedenti, in quanto si estende su un periodo di tempo più lungo. A mezzogiorno, quando il sole era nel suo punto più alto, si fece buio su tutto il paese. Durò per molto tempo. Questa non era una semplice eclisse solare. Un’eclissi solare totale può durare massimo sette minuti e mezzo. Quest’oscurità durò per tre ore. Fu un evento miracoloso che invitava ancora una volta il popolo a riconsiderare Colui che stavano crocifiggendo.

Ma perché l’oscurità colpì proprio nell’ora sesta? In Esodo 12:15, Dio ordinò agli Israeliti di rimuovere il lievito (che rappresentava il peccato) dalle loro case. Essi dovevano farlo il primo giorno, il quattordicesimo giorno di Nissan. Nel Talmud, i rabbini decidevano il momento esatto in cui, in quel giorno, doveva essere tolto il lievito e bruciato: “ Sia secondo R. Jehudah che secondo R. Meir è proibito mangiare pane con lievito dalla sesta ora, e per di più, nel quattordicesimo giorno di Nissan, quando inizia il tempo della ricerca”. Alla sesta ora del quattordicesimo di Nissan, quando il Messia stava prendendo tutti i peccati del mondo su di sé, gli ebrei erano occupati a togliere il lievito dalle loro case. Tuttavia, in quel preciso momento, l’oscurità cadde su tutto il paese così da non poter vedere dove fosse il lievito. Era tutto sulla croce, sul Figlio di Dio. Questo è il settimo segno. 

L’ottavo segno riguarda la tempistica della morte di Yeshua. Il Messia esalò il Suo ultimo respiro all’ora nona, il vero momento in cui l’ultimo sacrificio della giornata era offerto.

Immagina di essere un israelita che viveva a Gerusalemme in quel tempo. Da buon ebreo, stai cercando il lievito in casa tua, e forse stai tenendo un po’ di quel lievito in mano quando ad un certo punto, il pavimento sotto ai tuoi piedi inizia a tremare. Poiché sei sbattuto a destra e a sinistra dal terremoto, il lievito scivola via dalla tua mano e vola in aria. In quel momento, arriva l’oscurità. All’improvviso, senti un rumore terribile che non avevi mai sentito prima e qualcuno grida: “ Le rocce si stanno spaccando!”. Dopo un po’, senti persone da fuori che urlano che le tombe sono aperte. Altre persone  urlano che alcuni dei morti sono stati visti camminare per le strade di Gerusalemme. Pensa a questo! Questo dev’essere stato il momento più terrificante mai avvenuto ad un israelita. Hai pensato anche solo per un momento che Dio possa aver permesso che Suo Figlio morisse sulla croce senza smuovere cielo e terra e senza fare alcun rumore?

I miracoli sono stati anche molto più potenti per i sacerdoti che erano al Tempio. Rispetto al resto della popolazione, sperimentarono dei segni aggiuntivi descritti negli scritti rabbinici. Il Talmud conferma che Yeshua è stato crocifisso durante la Pasqua: “Alla vigilia della Pesach essi appenderanno Gesù [ il Nazareno].” Poi va avanti spiegando cos’è accaduto al Tempio dopo che il velo si era squarciato: “Durante gli ultimi quarant’anni prima della distruzione del Tempio il lot [‘del Signore’] non è venuto come doveva . . . né la luce più a ovest ha brillato”. Questo passaggio rivela che quarant’anni prima della distruzione del Tempio, cioè il tempo della crocifissione, il candelabro che era nel Luogo Santissimo si spense da solo. Questo candelabro era chiamato “il più ad ovest” perché era situato nella parte più ad ovest del luogo santissimo.

La luce del candelabro era molto significativa per i sacerdoti perché per loro rappresentava la presenza di Dio: “Ma è una testimonianza per l’umanità che la presenza divina resti in Israele. Qual è la testimonianza?- disse Rab: il braccio più ad ovest [del candelabro].” I rabbini vedevano la luce come segno che la Shechinah riposava su Israele. Quando il Luogo Santissimo divenne completamente buio, il sommo sacerdote dev’essere corso fuori; ma anche lì era buio. Allo stesso tempo, il velo si strappò dall’alto verso il basso. Tutte queste cose devono aver avuto un grande impatto su di lui e sugli altri sacerdoti. Questo era il nono segno.

Il decimo segno dev’essere stato molto rumoroso. Il Talmud in Yoma dice: “ Le porte dell’Hekal si sono aperte da sole.” Queste sono le porte del Tempio. Ce n’erano otto, e anche se dal Talmud non è molto chiaro quali di queste si aprirono, molto probabilmente furono quelle principali, le porte a est. Flavio Giuseppe parla di queste porte e riporta che esse si aprirono da sole: “Inoltre, la porta più a est nella corte più interna del tempio, che era di ottone, e così tanto pesante da essere sollevata con difficoltà da venti uomini, e fatta con un basamento di ferro, con bulloni fissati  fino alla parte più profonda del pavimento, che era fatto da una pietra intera, venne vista aprirsi da sola nella sesta ora della notte.” Questo dev’essere stato abbastanza forte. I poveri sacerdoti che erano nel Tempio si ritrovarono senza luce, con il velo squarciato, la porta misteriosamente aperta e con il terremoto che li scuoteva. Atti 6:7 dice che molti di loro iniziarono a credere in Yeshua il Messia.

I segni rimanenti non avvennero esattamente alla sesta ora della crocifissione come gli altri, ma negli anni che conducono alla distruzione del Tempio nel 70 d.C.

Ci fu un periodo di grazia di quarant’anni, una fase di risveglio che Dio permise, ben oltre ciò che aveva già dato, e gli anni non passarono inosservati nella storia di Israele, come il prossimo segno ci dimostrerà. Questo segno è direttamente connesso con lo squarcio del velo ed è durato fino alla fine dell’era del Tempio. Ha avuto inizio nello Yom Kippur che ha seguito la crocifissione. Lì, i rabbini notarono un cambiamento drastico. Tra i tanti sacrifici del Giorno dell’Espiazione, dovevano essere presentate al sommo sacerdote due capre; una veniva sacrificata e l’altra, il capro espiatorio, era lasciata andare (Le 16:7-10). La parola ebraica per “capro espiatorio” è Azazel.  Il Talmud dice che i rabbini erano soliti legare un nastro rosso sul collo dell’Azazel, e quando andava via in un luogo selvaggio, il nastro rosso diventava bianco. Questo era un miracolo con cadenza annuale che accadeva ad ogni Yom Kippur. I rabbini interpretavano questo miracolo come un segno di Dio che indicava che i loro peccati erano stati espiati (Is 1:18). Durante il primo Yom Kippur, nell’anno della crocifissione, qualcosa iniziò ad accadere: “Durante gli ultimi quarant’anni prima della distruzione del Tempio, il lot [‘del Signore’] non venne come doveva. . .[e] la fascia rossa [non] diventava bianca.” “Il lot del Signore” si riferisce al capro espiatorio di Levitico 16, e la fascia rossa non divenne bianca come invece aveva fatto miracolosamente negli anni precedenti.

Da notare come Dio parli direttamente ai capi religiosi di Israele, attraverso le loro scritture, portandoli a realizzare che era accaduto qualcosa di straordinario quando Yeshua era stato crocifisso. Le parole non potrebbero essere più chiare. Il tempo non potrebbe essere più chiaro di così. Per cui, ti invito a investigare e scoprire chi sia il Messia!

Il dodicesimo segno è ugualmente significativo. Esattamente dopo aver menzionato Azazel, il Talmud collega il capro espiatorio con il nome di Dio: “I rabbini insegnavano: il sommo sacerdote pronunciava il nome di Dio sei volte, com’è scritto (Jehovah), durante il Giorno dell’Espiazione: tre volte nella prima confessione e tre volte nella seconda, e sette volte quando aveva lanciato il lot. Una volta all’anno, durante il tempo dell’Azazel, il sommo sacerdote pronunciava il nome di Dio. Noi abbiamo perso la pronuncia del Suo nome. “Yahweh” o “Jehovah” sono ugualmente corrette come nuove pronunce. L’ultima volta che il nome di Dio era stato pronunciato nella sua forma originale era stato durante l’anno della crocifissione. Il Talmud riporta che quarant’anni prima della distruzione del Tempio, i sacerdoti smisero di pronunciare il nome. L’enciclopedia ebraica riporta: “ Da quel momento in poi, la pronuncia del nome venne proibita: “ Chiunque pronunci il Nome, perderà il mondo futuro.”

Questo fu un cambiamento drastico. Da questo momento in avanti, Dio ebbe un nuovo nome, e il primo fu cortesemente trasformato nel nome Yeshua, che in sé significa “salvezza”. Questo è il nome del Messia. Secondo Atti 4:10-12, sotto il cielo non c’è nessun altro nome per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati.

Il tredicesimo segno riguarda il Sinedrio, l’onorata corte d’Israele con a capo il sommo sacerdote. Questa organizzazione, per motivi sconosciuti, si sposto dall’area del Tempio: “Quarant’anni prima della distruzione del Tempio, il Sinedrio andò in esilio e sedette nelle sale del commercio”. Il fatto che entrambi i Talmud riportino questo evento, mostra il duro colpo che fu per il Sinedrio. Esattamente dopo la crocifissione di Yeshua, il Sinedrio, che per centinaia di anni si era riunito nella Sala delle Pietre Grezze, dovette spostarsi dal Tempio verso un luogo chiamato “Hanuth” sul monte degli Olivi. “Hanuth” significa “mercato”. Da allora, i settanta membri del Sinedrio diventarono come i venditori cacciati via dal tempio dal Messia. Tramite questo movimento, l’influenza della corte diminuì.

Anche l’ultimo segno mostra la perdita di potere da parte del Sinedrio. “Quarant’anni prima che il Tempio fosse distrutto, il diritto di giudicare casi capitali fu tolto dalle corti israeliane. Al tempo di R. Simeon b. Shatah, il diritto di giudicare i casi di proprietà fu tolto dalle corti israeliane”. Il Sinedrio, non solo fu rimosso dall’area del Tempio, ma gli fu anche tolto il permesso di giudicare determinati casi. Dopo aver giudicato male il Figlio di Dio, essi furono degradati.

Da quel momento in avanti, le cose non furono più le stesse in Israele. Tra la crocifissione e il 70 d.C., il paese fu colpito da insurrezioni e guerre. Oltre 50.000 ebrei divennero schiavi in Seleuca, e 20.000 morirono a Cesarea in una battaglia diversa. Rumori costanti di guerra tenevano gli ebrei in una situazione di instabilità. Nel 70 d.C. i romani entrarono a Gerusalemme sotto Tito e uccisero 1.300.000 ebrei e molti di loro furono fatti schiavi. Gerusalemme fu arata come un campo. Questo marcò l’inizio della dispersione ebraica, e la storia testimonia la continua instabilità all’interno del popolo ebraico. Secondo le Scritture, il tempo di instabilità non si fermerà fino alla seconda venuta del Messia.

Dio utilizza ancora oggi giorno miracoli per salvare il popolo. L’unico segno che utilizza continuamente si trova in 2 Corinzi 3:2-3, dov’è scritto: La nostra lettera siete voi, scritta nei nostri cuori, conosciuta e letta da tutti gli uomini; è noto che voi siete una lettera di Cristo, scritta mediante il nostro servizio, scritta non con inchiostro, ma con lo spirito del Dio vivente; non su tavole di pietra, ma su tavole che sono cuori di carne. In parole semplici, questi versetti indicano che i credenti, oggi, sono il miracolo. Essi sono miracoli in molti modi: sono le lettere che parlano del cammino di Dio in questo mondo, e la loro presenza, che è riempita dallo Spirito del Dio vivente, è il mezzo attraverso cui questi segni sono tenuti in vita. Dal luogo santissimo, Dio si è spostato prendendo residenza nei cuori dei credenti, che ora sono il Suo Tempio (1 Co. 6:19).

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