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La storia di come Dio è diventato il nostro canto nella notte

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L’opera di Dio, al tempo stabilito da Dio, non mancherà mai del supporto di Dio.

Hudson Taylor

Ho scritto questo articolo nell’ormai lontano 2018 per l’edizione americana di Ariel Magazine. Racconta un po’ la storia di come abbiamo incontrato Ariel Ministries e di come sia arrivato in Italia il “Sulle orme del Messia”. Molti non sanno quanto sia stata lottata ogni singola pagina che oggi è disponibile in italiano, per questo vogliamo condividere nuovamente parte del nostro percorso. Perché grande è la Sua fedeltà nonostante le nostre debolezze.

“La prima volta che incontrammo Ariel Ministries, era l’estate del 2005. Eravamo andati a trovare la nostra famiglia a Montreal, e un sabato andammo nella loro chiesa, Beth Ariel Congregation. Era la prima volta che sentivamo predicare la Parola da una prospettiva ebreo messianica retta, non “giudaizzante” e dottrinalmente in linea con la Parola di Dio. Ci rendemmo conto che in parte essendo italiani, tendevamo a leggere la Scrittura filtrandola attraverso i nostri occhi, attraverso la nostra cultura e non più quella di Gesù, e degli strumenti che Dio aveva scelto per portare le Sue rivelazioni. Nacque in noi il desiderio di conoscere qualcosa in più della radice nella quale siamo stati innestati. Le parole dell’apostolo Paolo in Romani 11 per noi iniziarono ad avere un significato più profondo.

1 Dico dunque: Dio ha forse ripudiato il suo popolo? No di certo! Perché anch’io sono israelita, della discendenza di Abraamo, della tribù di Beniamino. 2 Dio non ha ripudiato il suo popolo, che ha preconosciuto… 5Così anche al presente, c’è un residuo eletto per grazia. 11 Ora io dico: sono forse inciampati perché cadessero? No di certo! Ma a causa della loro caduta la salvezza è giunta agli stranieri per provocare la loro gelosia. 12 Ora, se la loro caduta è una ricchezza per il mondo e la loro diminuzione è una ricchezza per gli stranieri, quanto più lo sarà la loro piena partecipazione! 13 Parlo a voi, stranieri; in quanto sono apostolo degli stranieri faccio onore al mio ministero… 15 Infatti, se il loro ripudio è stato la riconciliazione del mondo, che sarà la loro riammissione, se non un rivivere dai morti? 16 Se la primizia è santa, anche la massa è santa; se la radice è santa, anche i rami sono santi. 17Se alcuni rami sono stati troncati, mentre tu, che sei olivo selvatico, sei stato innestato al loro posto e sei diventato partecipe della radice e della linfa dell’olivo, 18 non insuperbirti contro i rami; ma, se t’insuperbisci, sappi che non sei tu che porti la radice, ma è la radice che porta te.19 Allora tu dirai: «Sono stati troncati i rami perché fossi innestato io». 20 Bene: essi sono stati troncati per la loro incredulità e tu rimani stabile per la fede; non insuperbirti, ma temi. 21 Perché se Dio non ha risparmiato i rami naturali, non risparmierà neppure te. 22 Considera dunque la bontà e la severità di Dio: la severità verso quelli che sono caduti; ma verso di te la bontà di Dio, purché tu perseveri nella sua bontà; altrimenti, anche tu sarai reciso. 23 Allo stesso modo anche quelli, se non perseverano nella loro incredulità, saranno innestati; perché Dio ha la potenza di innestarli di nuovo. 24Infatti se tu sei stato tagliato dall’olivo selvatico per natura e sei stato contro natura innestato nell’olivo domestico, quanto più essi, che sono i rami naturali, saranno innestati nel loro proprio olivo. 25 Infatti, fratelli, non voglio che ignoriate questo mistero, affinché non siate presuntuosi: un indurimento si è prodotto in una parte d’Israele, finché non sia entrata la totalità degli stranieri … 28Per quanto concerne il vangelo, essi sono nemici per causa vostra; ma per quanto concerne l’elezione, sono amati a causa dei loro padri; 29 perché i doni e la vocazione di Dio sono irrevocabili. (Rm. 11:1-29)

ConoscerLo mediante questo nuovo approccio non voleva dire ripudiare in qualche modo il percorso fatto fino a quel momento. Amavamo già il Signore, eravamo già al Suo servizio, provenivamo già da una chiesa retta e dottrinalmente solida, ma perché rinunciare a scoprire una nuova dimensione della profondità del Suo amore per noi? Per paura di ritrovarci senza più un’identità cristiana definita? Ma la nostra identità è in Cristo, non nelle nostre tradizioni cristiane. Per paura di trovarci legati da un ambiente “giudaizzante”? Nessuno ci aveva chiesto di circonciderci o ci aveva obbligato a fare qualcosa di particolarmente “giudaizzante” , ci avevano semplicemente raccontato il motivo per cui Gesù aveva fatto o detto determinate cose. Ci rendemmo conto che non si trattava di scegliere se ritenere più importante la lettera scritta ai Galati, agli Efesini o ai Romani, la Parola di Dio è perfetta in ogni sua parte e soprattutto non si contraddice. Se il Signore ci aveva fatto trovare in Ariel Ministries parte di quel residuo eletto per grazia presente al nostro tempo di cui Paolo parla nella sua lettera ai Romani, voleva dire che sarebbe stato utile per crescere in conoscenza e in amore verso il Signore e verso i fratelli. Si poneva solo un problema non indifferente, noi vivevamo in Italia, dall’altra parte dell’oceano. Come avremmo potuto continuare ad imparare da una così grande distanza?

Il primo passo fu portare a casa con noi del materiale da studiare, certi che il Signore avrebbe provveduto i mezzi necessari per continuare ciò che aveva iniziato in noi. E così fece – mediante il materiale pubblicato sul sito internet di Ariel Ministries. Potevamo studiare dall’Italia con i migliori insegnanti, il Dr. Arnold Fruchtenbaum, Jacques Gabizon, Mottel Baleston, Roger Liebi e molti altri. Era meraviglioso! Una nuova passione per la Parola di Dio stava crescendo nei nostri cuori, che sfociò in una relazione di intimità col Padre più profonda, caratterizzata dalla Sua gioia che riempiva le nostre vite.

Era tutto meraviglioso, ma avevamo un dispiacere: tutto il materiale era in inglese e molti membri della nostra chiesa non conoscendo la lingua non potevano condividere con noi la gioia di queste potenti scoperte. Potevamo condividere con loro ciò che noi stessi stavamo imparando, ma non era la stessa cosa. Era chiaro per noi che il materiale di Ariel Ministries doveva arrivare nella nostra chiesa e nella nostra nazione in italiano, così iniziammo a pregare che il Signore mandasse qualcuno pronto a farlo.

Tra i vari libri che trovammo nel sito di Ariel ce n’era uno scritto dal Dr. Fruchtenbaum intitolato “The Footsteps of the Messiah” (Sulle orme del Messia), un libro di escatologia, che decidemmo di comprare. Non ci sono parole per descrivere quanto questo libro toccò la nostra vita. Era come se il Signore stesse parlando direttamente ai nostri cuori. Tante domande rimaste irrisolte per così tanti anni adesso avevano trovato una risposta semplice e chiara . Era incredibile! Questo libro doveva essere tradotto in italiano il prima possibile! Fu a questo punto che la nostra preghiera cambiò. Non chiedevamo più al Padre di trovare qualcuno che fosse disposto a tradurre il materiale, pregammo che Lui scegliesse noi per farlo!

Così, dopo aver pregato, contattammo Ariel Ministries chiedendo il permesso di tradurre “The Footsteps of the Messiah” in italiano. Era il 30 dicembre 2014, e dopo poche ore ricevemmo posta! Ci aveva scritto Christiane Jurik, il caporedattore di Ariel Ministries. Non potevamo crederci! Ci presentammo e la nostra avventura con loro iniziò il 4 gennaio 2015. Dovevamo tradurre il primo capitolo del Footsteps e se il lavoro una volta supervisionato sarebbe stato ritenuto idoneo, avremmo firmato un contratto per continuare la nostra collaborazione.Eravamo elettrizzati!

Tuttavia, fare la volontà di Dio scatena inevitabilmente l’odio del nemico che si adopera con ogni mezzo a sua disposizione per impedire che la volontà di Dio sia fatta. Anche per noi fu così. Pochi giorni dopo l’inizio della traduzione, i nostri bambini e i nostri genitori iniziarono ad avere grossi problemi di salute, e dopo qualche altro giorno, perdemmo il lavoro. Che inizio promettente! E non avevamo neanche firmato il contratto ancora! Nell’arco di pochi giorni ci trovammo nel bel mezzo di una “tempesta perfetta”. Eravamo diventati vulnerabili su tutti i fronti. Alcune domande iniziarono a tormentarci: “Vale veramente la pena soffrire per qualcosa che non sappiamo neanche se avrà un impatto nella vita degli altri? Vale la pena permettere che le persone amate, soffrano a causa della nostra decisione di onorare, servire e ubbidire alla chiamata che Dio ci ha rivolto?” Domande che un credente non vorrebbe mai porsi … ma che nella realtà delle cose sono inevitabili. Perché il problema non è porsi la domanda, è decidere cosa rispondere. Noi soppesammo attentamente la nostra risposta, con un cuore lacerato dalle circostanze ma lo sguardo rivolto alle orme del Messia, e la risposta a queste domande, e a molte altre, fu: “Sì, ne vale veramente la pena, perché il Messia ci amò quando noi non eravamo amabili, riscattò le nostre vite, scelse di soffrire volontariamente per ubbidire al Padre affinché noi potessimo vivere con Lui eternamente. Di fronte a tale amore, a tale sofferenza, come potremmo tirarci indietro?”

Le parole di Gesù echeggiavano nelle nostre menti:

26 «Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e persino la sua propria vita, non può essere mio discepolo. 27 E chi non porta la sua croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. 28 Chi di voi, infatti, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolare la spesa per vedere se ha abbastanza per poterla finire? 29 Perché non succeda che, quando ne abbia posto le fondamenta e non la possa finire, tutti quelli che la vedranno comincino a beffarsi di lui, dicendo: 30 “Quest’uomo ha cominciato a costruire e non ha potuto terminare”. 31 Oppure, qual è il re che, partendo per muovere guerra a un altro re, non si sieda prima a esaminare se con diecimila uomini può affrontare colui che gli viene contro con ventimila? 32 Se no, mentre quello è ancora lontano, gli manda un’ambasciata e chiede di trattare la pace. 33 Così dunque ognuno di voi, che non rinuncia a tutto quello che ha, non può essere mio discepolo. (Lc. 14:16-26).

Il Signore ci stava dando un assaggio di ciò che sarebbe successo una volta firmato il contratto per la traduzione. Ci stava dando la possibilità di tornare indietro se non ci sentivamo pronti … Noi scegliemmo di seguire Lui, invece di noi stessi. E questa fu la migliore scelta della nostra vita. Nel Marzo del 2015, firmammo il contratto come traduttori volontari per Ariel Ministries. Da allora abbiamo affrontato tante prove, molti problemi fisici ed economici, ma il Padre è stato costantemente con noi. Abbiamo affrontato anni di disoccupazione, ripieni della Sua gioia e della Sua pace. (Non possiamo spiegare qui nel dettaglio i motivi che hanno portato alla disoccupazione, possiamo solo dirvi che di fronte alla scelta tra guadagnare senza l’approvazione di Dio e rimanere senza lavoro ma con l’approvazione di Dio, abbiamo scelto quest’ultima opzione.)

Abbiamo utilizzato questo tempo per studiare la Sua Parola e tradurre alcuni manoscritti per Ariel Ministries. Abbiamo iniziato a studiare “Gli otto patti della Bibbia” con la nostra chiesa. Abbiamo presentato Ariel Ministries in varie conferenze e raccontato la storia del Dr. Fruchtenbaum al campo estivo in cui abbiamo servito durante l’estate.

Il Padre si è preso cura di tutti i nostri bisogni e ci ha mostrato il Suo amore in mezzo alla tempesta. Non ci ha evitato gli abissi più profondi ma ci ha fatto nuove promesse mentre ci insegnava a rimanere ancorati a Lui in mezzo a ciò che ci incuteva timore. Il Signore si è adoperato del materiale che stavamo traducendo per infondere in noi una conoscenza più profonda della Sua Parola, della Sua grazia, del Suo amore. Lui è stato il nostro canto nella notte, la nostra speranza in tempi difficili, la nostra gioia in mezzo alla disperazione.

La traduzione del Footsteps è terminata nel Maggio del 2017. Ed il libro è stato pubblicato a Settembre del 2018 in concomitanza della prima conferenza del Dr. Fruchtenbaum in Italia. Il nemico non si stanca di attaccare, ma il Signore ci sta tenendo stretti a lui infondendo in noi una certezza:

“31 Che diremo dunque riguardo a queste cose? Se Dio è per noi chi sarà contro di noi? 32 Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose con lui? 33 Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è colui che li giustifica. 34 Chi li condannerà? Cristo Gesù è colui che è morto e, ancor più, è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi. 35 Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? 36 Com’è scritto: «Per amor di te siamo messi a morte tutto il giorno; siamo stati considerati come pecore da macello». 37 Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati. 38 Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, 39 né potenze, né altezza, né profondità, né alcun’altra creatura potranno separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore.” (Rm. 8:31-39).

Siamo grati al Signore per ciò che ha fatto nella nostra vita fino ad oggi, in relazione ad Ariel Ministries. E siamo grati per ognuno di voi che in questi anni avete pregato per noi. Vi chiediamo di continuare a combattere con noi, per la gloria del Padre fino alla fine. Che il Signore ci trovi tutti fedeli fino al giorno del Suo ritorno.

Con tutto il nostro affetto in Yeshua il Messia, Paolo e Martina”

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