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I mezzi per diventare un discepolo

Di Arnold G. Fruchtenbaum

Il discepolato è un aspetto molto importante della vita spirituale. Ma come fa un credente a diventare un discepolo? 

Per prima cosa, l’inizio del discepolato è la fede. Solo un credente rigenerato in Yeshua può vivere una vita spirituale. Il secondo passo è la consacrazione. I credenti devono consacrarsi al Signore, facendo di Lui il Signore della propria vita.

Nella Scrittura, la consacrazione è sempre sulla base delle benedizioni ricevute. A motivo di ciò che i credenti hanno ricevuto da Dio, devono consacrarsi a Lui.

Romani 12:1-2 afferma: 

Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a presentare i vostri corpi in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio; questo è il vostro culto spirituale. Non conformatevi a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, gradita e perfetta volontà. 

L’esortazione di Paolo ai credenti di presentarsi, di consacrarsi, è il frutto della misericordia di Dio. Questa frase riassume in sé tutto ciò che Paolo ha scritto nei primi undici capitoli di Romani. Alla luce di ciò che Dio ha fatto per il credente mediante la giustificazione, la santificazione e la glorificazione – tutte benedizioni che il credente ha ricevuto – egli dovrebbe dedicare la sua vita a Lui.

La stessa verità si trova in 1 Corinzi 6:19-20:

Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete ricevuto da Dio? Quindi non appartenete a voi stessi. Poiché siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo.

Poiché il credente ha ricevuto una benedizione, che è la presenza dello Spirito Santo, e poiché è diventato il tempio dello Spirito Santo, dovrebbe quindi glorificare Dio nel suo corpo. Quindi, la base della consacrazione è sempre sulla base delle benedizioni ricevute. Alla luce di ciò che Dio ha fatto per i Suoi figli, essi dovrebbero essere disposti a consacrarsi a Lui.

I componenti della consacrazione

Ci sono tre componenti specifiche nell’aspetto della consacrazione. La prima componente è l’atto iniziale di consacrazione. Questo è il senso di Romani 12:1. È una presentazione determinata dei nostri corpi, per dedicarli all’uso del Signore. Nel testo greco, la parola per “presentare”, parastēsai, è al tempo aoristo e sottolinea un atto decisivo, singolare. È un atto irrevocabile di resa.

La seconda componente della consacrazione è la separazione e il non conformarsi all’epoca in cui viviamo. Questo è il significato di Romani 12:2. Dopo esserci dedicati al Signore, non dovremmo conformarci a questo mondo. In altre parole, dovremmo diventare “fuori moda” per quanto riguarda il mondo (1 Pietro 1:14). Questa è la caratteristica chiave della vita spirituale. Questa è la parte che sottolinea la conformazione esteriore. Non ci conformiamo al mondo ma alla Parola. Quindi, per quanto riguarda il mondo, siamo fuori moda.

La terza componente della consacrazione è la trasformazione. Questo è anche il messaggio di Romani 12:2. Il mezzo per ottenere questa trasformazione è il rinnovamento della mente. Il risultato sarà conoscere per esperienza qual sia la buona, accettevole e perfetta volontà di Dio. Questa è l’area interiore – la conformità interiore a ciò che la Bibbia richiede.

Il significato della consacrazione

Il miglior versetto per spiegare il significato della consacrazione è Giacomo 4:7a, che afferma: Sottomettetevi dunque a Dio. In poche parole, il significato della consacrazione è la sottomissione della nostra vita al Messia. Stiamo sottomettendo noi stessi; stiamo sottomettendo le nostre vite al Messia.

Le aree e la frequenza della consacrazione

Il credente deve essere personalmente consacrato al Messia. Questo è il punto di Romani 6:13:

e non prestate le vostre membra al peccato, come strumenti d'iniquità; ma presentate voi stessi a Dio, come di morti fatti viventi, e le vostre membra come strumenti di giustizia a Dio. 

Inoltre, al credente è comandato di consacrare il suo corpo. Paolo sottolinea questo punto in Romani 12:1 e in 1 Corinzi 6:19-20.

Quanto spesso dovremmo consacrare noi stessi e il nostro corpo? Il fatto che le Scritture usino il tempo aoristo implica che la consacrazione avviene solo una volta. Dobbiamo consacrare noi stessi e i nostri corpi al Signore solo una volta. Tuttavia, avendo fatto questa consacrazione iniziale una volta per tutte, si richiede da noi un impegno continuo ad essa. Il credente ha bisogno ora di scoprire quale sia la volontà di Dio in ogni particolare situazione. Ma cosa succede se un credente si allontana dalla sua consacrazione? Cosa succede se c’è una violazione di questo voto? Significa forse che deve ri-dedicare la sua vita? 

La risposta è no. Il rimedio a un voto di consacrazione violato non è una nuova consacrazione, ma una restaurazione. Quando un credente viene meno al suo voto di consacrazione, non significa che tutto è perduto, e poiché non tutto è perduto, non abbiamo bisogno di ricominciare da zero, cioè da una nuova consacrazione. È necessaria una restaurazione e ciò significa semplicemente che dobbiamo rimetterci in carreggiata proprio dal punto in cui siamo caduti e poi continuare a vivere una vita consacrata. 

La questione ora è personale: In che punto della strada della consacrazione ti trovi? Se non hai mai fatto questa consacrazione di te stesso e del tuo corpo, ora che hai capito cosa Dio si aspetta da te, è il momento di farlo. D’altra parte, se a un certo punto della tua vita hai consacrato il tuo corpo al Signore e hai fatto di Lui il Signore della tua vita, ora devi esaminare dove ti trovi su questa via della consacrazione. 

I risultati della consacrazione

In primo luogo, un credente che ha dedicato tutto il suo essere al Signore conoscerà, farà e godrà della volontà di Dio (Rom. 12:2). La consacrazione permette allo Spirito Santo di riempire il credente perché la consacrazione è il prerequisito nella vita spirituale per essere da Lui riempiti. Questo è l’inizio della strada verso il discepolato.

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Questo articolo è uscito per la prima volta su Ariel Magazine – Winter 2020

Tradotto da Martina Pifferi Speciale

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