di Christiane Jurik
Secondo un articolo della Lega Antidiffamazione (ADL, Anti-Defamation League), pubblicato dal New York Times il 27 Febbraio 2018, il numero degli incidenti antisemiti riportati negli Stati Uniti sono aumentati del 57% nel 2017. La situazione è altrettanto seria in Europa. In questa intervista, Olivier Melnick fa delle considerazioni da una prospettiva storica, spiegando i diversi tipi di antisemitismo e cosa possono fare i credenti a tal proposito.
Christaine Jurik: “Come definiresti l’antisemitismo?”
Olivier Melnick: “L’antisemitismo è un irrazionale disprezzo contro il popolo ebraico caratterizzato da pensieri distruttivi, parole e/o azioni mosse contro di loro.”
CJ: “C’è più di un tipo di antisemitismo?”
OM: “Sì. L’antisemitismo di per sé è sempre lo stesso: l’odio verso gli ebrei solo perché sono ebrei. Tuttavia, questo odio si manifesta in diversi modi. La maggior parte degli storici concorda sul fatto che l’antisemitismo, classico o storico, si estende dai racconti biblici al più importante segno della storia ebraica moderna: l’Olocausto. Abbiamo avuto due decenni di tregua che ci hanno portato a pensare che l’antisemitismo fosse scomparso una volta e per tutte. Però, nei primi anni ’60, è cresciuta una nuova forma di antisemitismo, seguita più recentemente da un tipo di antisemitismo che chiamo “antisemitismo escatologico” o “antisemitismo della fine dei tempi”. È simile al nuovo antisemitismo ma con alcune differenze.”
CJ: “Ok, quindi prima definiamo il nuovo antisemitismo, poi vediamo l’antisemitismo della fine dei tempi.”
OM: “Per poter chiamare una forma di antisemitismo “nuova”, dobbiamo supporre che esista un antisemitismo anteriore. Chiamiamo quindi questa forma “storica”. È importante ricordare che nessuna forma di antisemitismo è nata per caso. Ci sono voluti secoli e anche millenni per crescere e trasformarsi. Originariamente, nel primo secolo, c’erano soltanto differenze teologiche tra cristiani ed ebrei. Il pensiero era il seguente: Noi non crediamo nello stesso modo, per cui voi fate il vostro e noi il nostro. Proviamo a tenere questo pensiero separato. Alla fine, alcuni dei primi padri fondatori della chiesa cominciarono a leggere le Scritture non con una prospettiva letterale ma allegorica. Questo li condusse a reinterpretare ciò che Dio aveva detto su Israele e sul popolo ebraico. Vennero create delle leggi e le persone iniziarono ad allontanarsi dagli ebrei e a ostacolarli.”
CJ: “A quali leggi ti riferisci?”
OM: “ Mi riferisco al Codice latino teodosiano, che fu pubblicato nel 438, e al Codice latino e greco giustinianeo, redatto dal 529 al 534. Entrambe le raccolte di leggi sono cruciali per comprendere il progressivo deterioramento della situazione degli ebrei nella vita pubblica. Con il Codice teodosiano fu stabilito il cristianesimo come religione di Stato dell’Impero Bizantino, restringendo i diritti del popolo ebraico. Prima che il codice fosse redatto, gli ebrei avevano ottenuto la stessa cittadinanza dei cristiani ed erano anche stati esentati da alcune leggi, come quella che proibiva la circoncisione. Fu protetto anche il loro diritto di osservare lo Shabbat. Il Codice teodosiano, tuttavia, introdusse specifiche restrizioni. Per esempio, escludeva gli ebrei dal servizio militare e dalla maggior parte delle posizioni nel servizio civile, e non potevano essere costruite nuove sinagoghe. Il codice teodosiano fu adottato in seguito dall’Impero romano d’Occidente. Infine, nell’Impero bizantino, fu sostituito dal Codice giustinianeo, il quale diede ancora più restrizioni agli ebrei. Andando avanti velocemente di millecinquecento anni arriviamo all’Olocausto, fino a ritrovarci in un’Europa radicata nell’antisemitismo. Ciò che inizialmente era solo una differenza teologica si è successivamente trasformato in una legge razziale. Per diversi punti di vista, oggi è una razza che deve essere distrutta. Sfortunatamente, non abbiamo il tempo per fare un’analisi dettagliata di come sia avvenuto questo sviluppo, ma è sufficiente dire che l’antiebraismo del primo secolo era di natura teologica, mentre l’antisemitismo degli anni ’30 e ’40 aveva un obiettivo: distruggere il popolo ebraico una volta e per tutte. Questo è ciò che accadde nell’antisemitismo storico. In seguito, c’è stato un periodo di un paio di decenni nel quale Israele è rinato e sembrava che il mondo avesse abbandonato l’odio che provava nei confronti del popolo ebraico. Però, nei primi anni ’60, fu creato un nuovo programma, un’ “agenda”, per localizzare il cancro. Oggi, il cancro è andato in metastasi ed è diventato un problema globale.
Una terza differenza tra l’antisemitismo storico e quello nuovo è che nel passato gli ebrei erano considerati responsabili di qualsiasi bugia le persone volessero credere sul loro conto. Oggi, gli ebrei sono incolpati per ogni decisione politica presa dal governo d’Israele. Quindi, diciamo che il governo israeliano decide un qualcosa che potrebbe fomentare un antisemita francese, il quale poi potrebbe andare per le strade di Parigi e attaccare ogni ebreo che incontra.”
CJ: “ Paul Wilkinson ha scritto ampiamente riguardo a questo nel secondo volume della nostra nuova serie di libri, intitolata Israel Betrayed. Ma per tornare indietro alle diverse forme di antisemitismo, come definiresti “l’antisemitismo della fine dei tempi”? In cosa si distingue rispetto al nuovo antisemitismo?”
OM: “L’antisemitismo della fine dei tempi non ha pienamente sostituito un nuovo antisemitismo. Essi vanno di pari passo. C’è stato un evento, comunque, un catalizzatore, che ha demarcato un nuovo periodo. Nel marzo del 2012, un giovane musulmano francese, Mohammad Merah, aprì una sparatoria. Prima puntò su due soldati francesi e poi su diversi bambini e su un insegnante di una scuola ebraica di Tolosa. Finì uccidendo sette persone e ferendone cinque. Sparò ai bambini e all’insegnante a sangue freddo. Fino a quel momento, la maggior parte degli attacchi antisemiti dal 1948 erano rivolti a distruggere proprietà, diffamare gli ebrei, fare disegni offensivi, promuovere movimenti di boicottaggio e così via. Nessuno si era più avvicinato a ciò che era accaduto negli anni ’30 e ’40 quando gli ebrei erano uccisi semplicemente perché ebrei. Per me, questo è cambiato nel 2012. Gli antisemiti di oggi stanno mischiando la retorica del nuovo antisemitismo con l’aspetto letale del vecchio antisemitismo storico e stiamo di nuovo vedendo morire gli ebrei semplicemente perché sono ebrei.
Proprio come l’antisemitismo storico, l’antisemitismo della fine dei tempi è irrazionale. Alcune persone sono antisemite e non hanno mai incontrato un ebreo nella loro vita! Ma odiano gli ebrei; è il periodo. L’irrazionalità dell’antisemitismo della fine dei tempi si può vedere nel fatto che, nonostante i gruppi ideologici si incontrino e siano discordanti su tutto, trovino come unico punto in comune quello di disfarsi degli ebrei e fermare Israele. Prendi la sinistra liberale e l’Islam radicale. Se metti questi due gruppi ideologici in una stanza, vedrai che non saranno d’accordo su niente! Tuttavia, se metti sul tavolo gli ebrei e Israele, all’improvviso troveranno qualcosa in comune. Il motto è questo: “il nemico del mio nemico è il mio miglior amico”. Questa è l’irrazionalità dell’antisemitismo della fine dei tempi. Sfortunatamente, ho paura che vedremo sempre di più l’aspetto letale della più nuova forma di antisemitismo.”
CJ: “Quindi, l’antisemitismo della fine dei tempi è in sostanza una combinazione di antisemitismo storico e nuovo, nel senso che prende la dimostrazione fisica e letale dell’odio contro gli ebrei e la combina con il tema palestinese dove gli ebrei sono visti come usurpatori?
OM: “Esatto. Inoltre, sto osservando una certa tendenza dove gli ebrei sono uccisi solamente perché ebrei, ma il mondo non considera queste morti come un problema più grave rispetto a quando le persone distruggevano un edificio o disegnavano immagini antisemite. Tuttavia, penso che si dovrebbe fare una differenza quando si tratta di vite umane.”
CJ: “Questo mi porta alla nostra ultima domanda: I credenti possono fare la differenza? E se sì, come possono fare la differenza?”
OM: “Quando ripenso ai primi anni ’40, penso a mio nonno che si stava nascondendo nel seminterrato della casa dove nacque e crebbe mia madre. C’erano altre venti o trenta famiglie che vivevano in quella stessa casa e quando la Ghestapo venne a catturare mio nonno, tutti i vicini guardarono la scena da dietro le loro persiane chiuse. Avevano tutti buoni motivi per distogliere lo sguardo: paura per la loro stessa vita; si domandavano cosa potesse fare una sola persona; oppure si dicevano “ho già la mia famiglia di cui preoccuparmi” e così via. La maggior parte dell’Europa negli anni ’30 e ’40 guardava ad altre cose mentre mio nonno moriva ad Auschwitz. Un osservatore che non fa niente facilita semplicemente il lavoro di un esecutore. La mia paura è che i credenti del giorno d’oggi lascino che la storia si ripeta da sola e diventino i nuovi osservatori del ventunesimo secolo. Essi potrebbero anche dire “cosa possiamo fare?” oppure “è troppo lontano rispetto a dove viviamo, non sono coinvolto! Non sono ebreo!”
La prima cosa che ogni credente dovrebbe fare, sarebbe quella di educare sé stesso. Se le persone stessero veramente osservando i fatti che avvengono in Medio Oriente, nei racconti palestinesi e nel “cristiano palestinese” nel quale la storia ebraica diventa storia palestinese, sarebbero in grado di dire “Questo non è vero!”. Ma non controllano i fatti e basano le loro decisioni su false premesse. Non voglio dire che tutti gli ebrei siano perfetti e tutti i palestinesi siano cattivi. Assolutamente no! C’è bene e male in entrambe le parti. Ma l’immagine che si sta dipingendo del popolo ebraico nel mondo, e specialmente in Medio Oriente, non è basata sulla verità. Quindi, i credenti hanno bisogno di essere informati su ciò che accade nel mondo.
Secondo, i credenti devono leggere la Bibbia con molta attenzione perché così capiranno che Dio non ha ancora finito con il popolo ebraico. Ora, quando il mondo andrà contro gli ebrei, inizieranno a domandarsi: “Come posso fare la differenza?” La risposta è: “Sii un amico d’Israele! Agisci secondo quanto è riportato in Genesi 12:3 e benedici il popolo ebraico!”
Quale regalo migliore da fare ai nostri amici ebrei se non dare loro il regalo del Vangelo? Spesso, quando consiglio questo ai credenti gentili, loro mi rispondono: “Certo, ho amici ebrei, ma non vogliono avere niente a che fare con Gesù!”. Nel corso di due mila anni, durante il tempo dell’antisemitismo storico, il muro è stato ricostruito mattone dopo mattone, ostacolo dopo ostacolo per gli ebrei nel considerare il cristianesimo. Semplicemente considera questo: il cristianesimo ha davvero una brutta reputazione perché le persone hanno fatto cose orribili contro gli ebrei nel nome di Cristo. I credenti gentili devono essere a conoscenza del bagaglio che portano con loro quando incorrono in un dialogo con un ebreo. Hanno bisogno di capire meglio la mentalità ebraica e avere risposte riguardo alle Crociate, all’Inquisizione, Martin Lutero, e l’Olocausto. Solo allora saranno in grado di dire:
“Ascolta, io credo nella Bibbia. Non posso essere antisemita! L’antisemitismo non è cristiano, non è nella Bibbia”.
CJ: “Hai assolutamente ragione. L’educazione è la chiave, e Ariel Ministries ha risorse fenomenali per aiutare a compiere questo obiettivo. Quindi, noi, in quanto credenti, possiamo stare dalla parte d’Israele e condividere la verità con gli altri. Grazie mille per averci dedicato del tempo per aver spiegato le diverse forme di antisemitismo e cosa possono fare i nostri lettori per compiere la loro missione in questo mondo!
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Questo articolo è uscito per la prima volta su Ariel Magazine – Winter 2018
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