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Le implicazioni messianiche del Purim (la festa delle Sorti)

Dr. Arnold Fruchtenbaum

La festa del Purim fu inaugurata nella Meghillat Ester, nel rotolo di Ester. Gli eventi di questo libro coprono gli anni dal 483 al 473 a.C., un lasso di tempo di 10 anni sotto il regno del Re persiano Serse I. In ebraico, il re è conosciuto con il nome di Assuero. Egli governò sulla Persia dal 486-465 a.C. La storia del Purim tratta di un complotto organizzato da Aman, il malvagio visir di re Assuero, contro il popolo ebraico che viveva in Persia. Questa storia inoltre parla della sconfitta finale di Aman grazie agli sforzi dell’ebreo Mardocheo e di sua cugina Ester. Nel tredicesimo giorno del mese di Adar, il giorno che originariamente era stato stabilito per il loro massacro, il popolo ebraico che viveva nelle province si difese vittoriosamente dai nemici, uccidendone migliaia. Il giorno seguente, si riposarono e lo resero un giorno di festeggiamenti e gioia (Est. 9:16-17,19). Quegli ebrei che vivevano a Shushan (Susa) si riunirono insieme il tredicesimo giorno di Adar e il quattordicesimo giorno uccisero trecento nemici. In seguito, istituirono il quindicesimo giorno di Adar come un giorno di riposo e un giorno di festeggiamenti e gioia. (Est. 9:15,18). Secondo Ester 9:19, il quattordicesimo giorno di Adar era descritto in quattro modi:

  1. Era un giorno di gioia, e non di sofferenza.
  2. Era un giorno di banchetti, e non di digiuno.
  3. Era un giorno di festa, e non di lutto.
  4. Era un giorno in cui scambiarsi regali, invece che venir derubati.

Secondo Ester 9:20, Mardocheo riportò tutto ciò che riguardava l’osservanza del Purim e inviò lettere a tutti gli ebrei che vivevano nelle province di re Assuero, sia vicine che lontane. In Ester 9:21, ordinò ai suoi compagni ebrei di osservare entrambi i giorni, il quattordicesimo e il quindicesimo giorno del mese di Adar. Inoltre, determinò che la vittoria su Aman dovesse essere celebrata annualmente.

Il motivo è spiegato in Ester 9:22a: la festa doveva essere celebrata in questo modo perché gli ebrei ebbero riposo dagli attacchi dei nemici in quei giorni. Essi ebbero riposo dal dolore e dalla guerra, in quel mese il loro dolore si tramutò in gioia e il lutto in festa. Infine, Mardocheo spiegò chiaramente il modo in cui la festa doveva essere osservata in Ester 9:22b.

Ciò comportava tre cose: la prima, il popolo ebreo avrebbe dovuto fare di questi giorni motivo di banchetti e di gioia, non di digiuno e dolore; secondo, avrebbero dovuto scambiarsi regali a vicenda invece di veder portar via i propri possedimenti; e terzo, avrebbero dovuto fare doni ai bisognosi. Ester 9:23 documenta l’obbedienza degli ebrei che si impegnarono a continuare quello che avevano iniziato, poiché la prima osservanza fu un atto spontaneo. Da quel momento in poi si dovevano impegnare a continuare questa osservanza ogni anno, come Mardocheo aveva scritto loro. I due versetti successivi riassumono il contesto storico del Purim, iniziando con il piano di Aman, al versetto 24, e il suo fallimento, al versetto 25, in quanto Aman e i suoi figli malvagi furono impiccati. Perciò, a causa di ciò che accadde in Ester 9:24, il popolo ebraico chiamò questi giorni “Purim”, che è la forma plurale di una parola che significa “sorte”. Poiché Aman aveva gettato la sorte per determinare in quale giorno gli ebrei sarebbero stati distrutti, e poiché quel giorno alla fine si ritorse contro di lui, ricadendo sulla sua testa e sulla testa dei nemici, il nome scelto per questa festa fu “Festa del Purim”, o la “Festa delle Sorti”.

Ester 9:26b ci mostra il contesto, come indicato dalla parola “perciò”. Secondo tutto il contenuto delle lettere di Mardocheo (di Est. 9:20)e, in seguito a tutto quello che avevano visto a questo proposito (cioè la salvezza degli ebrei da Aman e i suoi seguaci), e in seguito a tutto ciò che era loro accaduto (cioè la minaccia di distruzione), arrivò l’impegno riportato nel versetto successivo. In Ester 9:27, gli ebrei si presero l’impegno inviolabile di celebrare il Purim. Questo impegno coinvolgeva tre gruppi di persone: il termine “per sé” significa la generazione che fu liberata dalla mano di Aman; il termine “la loro discendenza” significa i discendenti ebrei di quella generazione; e “per tutti quelli che si sarebbero aggiunti a loro” significa i gentili convertiti al giudaismo. L’obiettivo era di non permettere che la festa non fosse più festeggiata. Il contenuto di questo impegno consisteva che loro continuassero a celebrare questi due giorni secondo quanto riportato nelle lettere di Mardocheo e secondo il tempo stabilito, cioè i giorni quattordici e quindici del mese di Adar. Inoltre, avrebbero dovuto continuare a festeggiarlo con cadenza annuale. Ester 9:28 enfatizza il concetto di eternità: il Purim dovrebbe essere ricordato in ogni famiglia ebrea ovunque essa si trovi.

Le Implicazioni Messianiche

La Festa del Purim non contiene nessuna referenza diretta alla persona messianica o al programma messianico. Ma ha sicuramente qualcosa da insegnare sul popolo del Messia, gli ebrei. Il libro di Ester è un buon esempio di un principio fondato sul patto abrahamitico: “maledirò chi ti maledirà” (Ge 12:3). Questo principio insegna che quelli che malediranno gli ebrei saranno maledetti da Dio. Inoltre, contiene una promessa sulla sopravvivenza degli ebrei durante tutto il tempo dei gentili. Sia la legge che i profeti enfatizzano il fatto che gli ebrei sopravviveranno, a prescindere da quanto difficile potrà essere la loro condizione durante il tempo dei gentili – il che è una certezza biblica – e il libro di Ester è un esempio sull’uso della provvidenza di Dio nel garantire la sopravvivenza d’Israele nella dispersione. E’ interessante notare che il nome di Dio non è mai menzionato nel libro di Ester. Tuttavia, Lui opera sulla base del patto abrahamitico, specialmente sul principio: “maledirò chi ti maledirà” (Ge 12:3). Sin dall’inizio della storia dell’umanità, Dio ha scelto di operare mediante la Sua provvidenza piuttosto che tramite mezzi di intervento diretto. Questo libro è un grande esempio di come funzioni questo sistema. Mostra l’uso della provvidenza di Dio per assicurare la sopravvivenza d’Israele durante il periodo della dispersione. Nonostante grandi parti del popolo ebraico possono essere uccise, come è accaduto con l’Olocausto, Dio ha garantito che gli ebrei come popolo e come nazione sopravviveranno. E così sarà fino alla salvezza nazionale d’Israele e al ritorno del Messia.

Tratto da Ariel Magazine Winter 2018, tradotto da Martina Pifferi Speciale

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