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Adorando Dio mediante la danza

  • Magazine

di Martina Pifferi Speciale

Le danze messianiche non sono semplicemente danze per il gusto di muoversi a tempo di musica.

Sono un modo di adorare Dio!

Da dove nasce questo articolo?

Qualche mese fa, mi è stato chiesto di tenere una breve meditazione sulle danze ebraiche in occasione di una conferenza per donne a Poggio Ubertini. Il tema della conferenza era “Resilienza: La capacità di Dio di trasformare il lutto in danza”. Il mio primo pensiero dopo aver sentito questo argomento è stato: “Chi è più resiliente del popolo ebraico?”. Il secondo pensiero è stato: “Cosa mai dirò a queste sorelle?”. Vorrei poter dire che amo la danza, ma la verità è che non sono affatto brava a ballare. Sono scoordinata, dimentico i passi e sono insicura. Tuttavia, il Signore mi ha insegnato ad andare oltre i miei limiti per poterlo veramente adorare con tutto il cuore.

Dove ho conosciuto le danze messianiche?

Ho incontrato per la prima volta le danze messianiche al Ariel’s School of Messianic Jewish Studies nello stato di New York. Durante il programma estivo, ogni sessione di insegnamento inizia con un momento di adorazione, fatto di canti e danze. Donne di tutte le età e nazionalità, e talvolta anche fratelli, si alzano per danzare per il Signore. Queste sorelle sono per me fonte d’ispirazione e gratitudine, ma non avrei mai immaginato di unirmi a loro un giorno.

Davide danzava

Ogni volta che mi venivano a chiamare per danzare, mi dispiaceva tanto rifiutare. Le sorelle che insegnavano erano pronte ad affrontare la mia goffaggine e mi dispiaceva non poter condividere questo momento con loro. Per natura non amo dire di no, ma tutti hanno i propri limiti e la danza è il mio. Preferivo concentrarmi sull’adorazione del Signore, sulle parole dei canti, piuttosto che sui passi di danza. 

Tuttavia, ogni volta che le sorelle si alzavano per ballare, mi venivano in mente tutti i versetti della Bibbia in cui le donne di Israele celebravano le grandi vittorie del Signore ballando e cantando. Mi veniva alla mente Davide. Quando l’arca dell’alleanza arrivò nella città di Davide, questo grande re iniziò a danzare davanti al Signore con tutte le sue forze (2 Sa. 6:14). Si tolse le vesti regali e, indossando solo un efod di lino, adorò il Re dei re. La Bibbia non dice quanto Davide fosse bravo nel ballare. Si limita a dire che lo faceva con tutte le sue forze, danzando e saltando davanti all’arca. Nella Bibbia leggiamo che Dio amava il cuore di Davide che era completamente consacrato a Lui.

Controlliamo il nostro cuore

Per la prima volta nella mia vita, ho iniziato a domandarmi se il motivo per cui mi rifiutavo di danzare davanti al Signore erano i miei limiti o perché qualcosa disturbava il mio cuore. Mi sono vista per quello che ero diventata: pietrificata, cristallizzata nel mio modo di adorare. Una parte del mio cuore ardeva di sincera adorazione per Dio, ma un’altra parte era congelata davanti a Lui. Ero diventata più pronta a piangere e ad affrontare la sofferenza che a celebrare con gioia le vittorie che il Signore aveva riportato nella mia vita. Ero più pronta a piegare le ginocchia che ad alzarmi e danzare con la mia vita davanti a Dio. 

Vedermi per quello che ero diventata mi ha fatto capire che c’era una parte del mio cuore che non sarebbe stata in grado di danzare davanti all’arca. Avrei guardato Davide e gli altri danzatori da lontano, ma non mi sarei unita ai festeggiamenti. Troppo occupata a pensare alla prossima battaglia, troppo stanca, troppo preoccupata per le mie ferite, troppo poco impegnata a gioire delle vittorie di Dio. Avevo perso la spontaneità che vedo nei miei figli che vivono a casa. Cantano davanti a me e ballano senza preoccuparsi del risultato, perché sono certi del mio amore incondizionato.

Allora ho chiesto a Dio di illuminare gli angoli bui del mio cuore e di trasformarmi, e Lui l’ha fatto. Così, la volta dopo, quando mi sono venuti a chiamare per danzare prima delle lezioni allo Campus Shoshanah, mi sono alzata e ho iniziato a ballare davanti al mio Signore. Ho faticato a imparare i passi, ma ho anche potuto sperimentare l’importanza di tenere il ritmo in sincronia con le persone intorno a me: un bel riflesso della nostra vita di chiesa.

Una vita di adorazione

Cosa faccio nella mia vita di adorazione? Ballo da sola, isolata nella mia stanzetta, o imparo a farlo con le persone che Dio mi ha messo accanto? Il Signore ci chiede di fare entrambe le cose: pregare nella solitudine delle nostre stanze per elevare a Lui le nostre richieste più segrete e condividere con gli altri le meraviglie delle sue vittorie. Mosè, Aronne e Miriam (Maria) sono esempi eccellenti di questa completezza nell’adorare e ringraziare Dio. Leggiamo in Esodo 15 che Mosè e i figli di Israele intonarono un meraviglioso canto al Signore quando uscirono dal Mar Rosso. Miriam prese il tamburello in mano e tutte le donne la seguirono, cantando e danzando a Dio perché Egli è sommamente glorioso (vv. 20-21). I loro cuori erano pieni di adorazione e alzavano la voce lodando Dio, le sue gesta, la sua suprema grandezza, le sue liberazioni e le sue consolazione.

La bellezza delle danze messianiche

Le danze messianiche non sono semplicemente danze per il gusto di muoversi a tempo di musica, sono un modo di adorare Dio. Ogni movimento ci ricorda che adoriamo Colui che è kadosh (“santo”). Ci copriamo gli occhi di fronte alla Sua santità. Alziamo le mani per dargli gloria. Saltiamo e gioiamo per la Sua bontà. Possiamo cantare e ballare perché Egli è Colui che ci difende

Nel Salmo 150, ci viene ordinato di lodare il Signore nel suo santuario, nella sua grande distesa, per le sue opere potenti, secondo la sua eccellente grandezza – lodandolo con ogni tipo di strumenti e di danza. Dice anche: Ogni creatura che respira, lodi il SIGNORE.(v. 6). La danza messianica è un ottimo modo per realizzare tutto questo.

Tutti sappiamo come gridare al Signore. È tempo di imparare a danzare con il cuore per Lui e con Lui, perché anche le sue vittorie devono essere celebrate. Il suo amore ha il potere di portare un nuovo ritmo nella nostra vita, un senso di eterna appartenenza, di gioia e di pace. Che possiamo imparare ad adorarLo con tutto il nostro essere, con le nostre voci, le nostre vite e le nostre azioni. Che tutti i nostri sforzi siano diretti verso il Dio Onnipotente di Abrahamo, Isacco e Giacobbe. Non tutti abbiamo il dono della coordinazione, ma siamo tutti ugualmente equipaggiati per adorarLo pienamente e completamente. 

Questo è ciò che ho condiviso con le donne alla conferenza e quando le ho invitate a danzare con me, hanno lasciato da parte le loro paure e hanno danzato con tutto il cuore davanti al Padre.


L’articolo originale è uscito per la prima volta su Ariel Magazine – Fall 2023. L’autrice che ha anche tradotto l’articolo, ha deciso di aggiungere qualche dettaglio per la versione italiana.