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Un dono inaspettato

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Dove eravamo rimasti? Ah si … “Tutto è iniziato mesi fa, quando il postino suonò al campanello dicendo: “C’è un pacco per te…”. Era un pacco pesante, senza nessuna scritta ed io ero ben certa di non aver ordinato niente online. 

Qualcuno mi aveva fatto un regalo … da molto lontano. Il pacco conteneva due libri, uno in italiano e uno in inglese, erano entrambi sulla Shoah, uno sul museo dello Yad Vashem, l’altro sulle leggi razziali promulgate in Italia.

Solo due libri, nessun biglietto, nessun messaggio … iniziai a sorridere. C’è solo una persona al mondo che avrebbe inviato un pacco senza biglietto sapendo che avrei capito senza aggiunta di parole: Arnold G. Fruchtenbaum.

Un gesto tanto bello quanto inaspettato. Avete presente quando ricevete qualcosa di oggettivamente bello ma che non sapete come usare? Ecco … io provavo quella sensazione tra il contento e lo smarrito … soprattutto dopo aver visto l’esorbitante costo di spedizione. Pensavo: “Peccato che abbia speso tutti quei soldi nella spedizione…”

Sfogliai il libro distrattamente, con molta superficialità, pensando che forse quel gesto tanto carino era stato uno spreco. 

Ero in quella fase della mia vita in cui avrei voluto che gli altri risparmiassero su di me invece che investire su di me. Credevo fosse un buon sentimento, solo più tardi mi sono resa conto di quanto mi sbagliassi. Quando un fratello è pronto a pagare un prezzo per noi, invece di dire: “Non dovevi!” … ringraziamolo, abbracciamolo e gustiamoci il dono che Dio ci ha fatto attraverso uno dei Suoi figli, perché arriveranno i giorni in cui il calore ricevuto saremo noi a trasmetterlo ad altri.

Presi i libri e li posizionai nella mia libreria, tra i libri a cui sono più affezionata; sì, li misi tra i libri che non voglio che si sciupino … in alto … tra quelli che non si aprono praticamente  mai … 

Passarono i mesi, eravamo ancora in quella fase della nostra vita in cui il pensiero di girare per strada con le mascherine non ci sfiorava neanche per la testa. Quel tempo in cui potevamo sederci ad un tavolo senza disinfettare niente. 

Ecco, a quei tempi, Sophia ed io ci sedemmo insieme e parlare del progetto scolastico che i professori le avevano chiesto di iniziare a ideare, una tesina su un argomento a lei particolarmente caro. Ne parlammo a lungo e poi chiudemmo l’argomento fino a data da destinarsi.

Nel frattempo arrivò il Covid, che con la sua comparsa trasformò il nostro modo di vivere e di percepire il tempo. Lo stare a casa tende a far sì che il tempo riprenda il suo valore relativo … Mi imbattei nel valore assoluto del tempo il 20 Aprile, alla vigilia dello Yom HaShoah, il giorno della memoria in Israele, quando mi resi conto di non aver inserito niente nella programmazione di Ariel Italia!

Corsi a scrivere il post, a fare l’immagine, ad avvertire tutti … il panico totale … e in quel momento mi ricordai del libro in italiano che Arnold mi aveva mandato. 

Lo presi dalla libreria, iniziai di nuovo a sfogliarlo con maggiore attenzione e mi resi conto che quei volti non li avrei mai incontrati. Iniziai a leggere le storie di famiglie che non avrei mai conosciuto perché erano state bruciate come l’erba dei campi.

Scoprii che il nome del Museo dell’Olocausto a Gerusalemme, lo Yad Vashem, si chiama così perché riprende un versetto di Isaia 56:5

“Darò loro nella mia casa e dentro le mie mura (Yad Vashem) un posto e un nome”.

Più sfogliavo quel libro e più mi rendevo conto di quanto fosse prezioso. Non stavo solo accarezzando con i miei occhi volti che non avrei mai realmente visto, stavo percorrendo col Signore un salto nella storia. Vedevo come la distruzione lasciava il posto ad un nuovo inizio, come le promesse di Dio si adempivano pagina dopo pagina. 

Ogni singola promessa fatta da Dio si adempirà, sia per Israele che per ognuno dei Suoi figli. Nessuna delle Sue parole rimane inefficace. La domanda che dobbiamo porci però è: “E il mio cuore, nell’attesa dell’adempimento delle Sue promesse, come diventerà?”

Molti diventano scettici a causa del dolore, altri duri come la pietra, altri disillusi … molti addirittura diventano atei affermando che se Dio esistesse il dolore e la morte non dovrebbero esistere… Io posso solo rispondere che per dimostrare il Suo amore per noi, Dio non ha evitato a Suo figlio Yeshua la morte; per liberare noi dalla schiavitù del peccato chiese a Suo figlio di essere ubbidiente fino alla morte. Non evitò alcun dolore al figlio pur di riscattare ognuno di noi. E Gesù di fronte alla morte, all’oltraggio, alle persecuzioni non si ribellò e non dubitò dell’amore del Padre, perché la fiducia nei Suoi confronti andava ben oltre i limiti della morte, guardava alle promesse come una certa realtà. 

Posso dirvi con tutta sincerità che il mio cuore si irrigidisce ogni volta che il mio sguardo smette di guardare a Gesù e inizia ad osservare le circostanze … cosa mi salva? Il Suo amore … perché mentre io mi perdo nelle circostanze Lui mi raggiunge e aspetta solo che io prenda la Sua mano per tenermi stretta a sè. Non c’è luogo più sicuro al mondo delle Sue braccia eterne. 

Quel libro fu utile a me quanto a Sophia per la preparazione del suo esame, perché? Perché l’argomento che Sophia aveva scelto era: “La Shoah: per non dimenticare”.

M: “Sophia perché hai scelto questo argomento?”

S: “Mamma, sono cresciuta leggendo la Bibbia! Gesù era ebreo, così come Paolo, Abrahamo e tutti gli altri … E poi mi ricordo ancora la prima volta che hai raccontato la storia di Arnold a Maranatha … non l’ho dimenticata. La lettera la tengo nella mia scatola dei ricordi più cari …Ho tanti amici ebrei! Arnold, Mottel, Hanni, Ayelet e tutti gli altri di Shoshanah … Il pensiero che abbiano perso tanti dei loro cari durante la Shoah mi fa soffrire con loro. Gesù ha permesso che diventassimo una famiglia; quando un membro della famiglia soffre, tutti soffrono. È come se il loro dolore fosse diventato il mio.

Mamma, però ci tengo a precisare una cosa a cui tengo molto. Quando usiamo il termine Olocausto usiamo un termine improprio, perché il termine olocausto nell’Antico Testamento indicava un sacrificio offerto a Dio … Quello che è accaduto non ha niente a che vedere con gli olocausti di Levitico … quanto è accaduto è stata una vera e propria rovina, una distruzione, una tempesta devastante … è questo che significa Shoah in ebraico. È un termine che si trova in Isaia 47:11”.

M: “Qual è la materia che hai preparato con più difficoltà?”

S: “Geografia! Parlare della nascita del moderno stato d’Israele mi ha già creato problemi ma, nonostante le difficoltà, è stato molto interessante. Complicato ma interessante!”

M: “La materia che hai preparato con più gioia?”

S: “Musica! Ho usato anche l’articolo uscito sul Magazine di Ariel Italia quello sulla HaTikvah, l’inno israeliano. La mia professoressa di musica mi ha detto: “Lavoro sentito ed esaustivo!”.

Ecco come un gesto inaspettato ha benedetto la nostra casa. Come una spedizione esorbitante abbia allargato i nostri cuori. Adesso aspettiamo venerdì, per discutere la tesina e condividere con altri un ricordo che non deve essere cancellato.

Il Signore non dimentica le Sue promesse. “Ecco, colui che protegge Israele non sonnecchia e non dorme.”  Sl. 121:4

E noi? A noi è chiesto di essere sale di questa terra, luce del mondo. Il sale influenza il gusto, la luce disperde le tenebre. 

Il tempo è poco, il Signore torna presto, usiamo il tempo a nostra disposizione al meglio.

“Il Dio che disse: «Splenda la luce fra le tenebre», è lo stesso che ha fatto brillare il Suo splendore nei nostri cuori per illuminarci nella conoscenza della gloria di Dio, che rifulge sul volto di Gesù Cristo.”  ( 2 Co. 4:6)

Possa ogni cuore brillare della luce di Yeshua, il Messia d’Israele, il Salvatore del mondo.

Con affetto in Lui,

Martina e Sophia

p.s. Se hai perso l’articolo dedicato alla HaTikvah, ti suggeriamo di leggerlo, ne vale la pena!

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