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La testimonianza di Jacob Cohen


“Cosa ci fa LUI nella mia Bibbia!?”

2 Timoteo 3:15 …e che fin da bambino hai avuto conoscenza delle sacre Scritture, le quali possono darti la sapienza che conduce alla salvezza mediante la fede in Cristo Gesù.

La mia famiglia ed io siamo emigrati da Israele quando avevo cinque anni per trasferirci nell’altra terra santa: Brooklyn, New York. Parlavamo ebraico a casa e osservavamo il giudaismo tradizionale; andavamo in sinagoga tre volte all’anno per celebrare la Pasqua, Rosh Hashana, e digiunavamo per Yom Kippur. Nonostante non fossimo terribilmente rigidi nelle nostre osservanze religiose, ci identificavamo fortemente come ebrei sia in ambito religioso che etico. Ho frequentato la scuola pubblica in Canarsie e quando avevo circa dieci anni i miei genitori mi hanno iscritto ad una scuola ebraica religiosa conservativa. Lo scopo immediato di questa aggiunta scolastica era preparare gli studenti per il loro Bar/Bat-Mitzvah , con lo scopo primario di insegnare agli studenti come vivere una vita secondo i gusti di Dio. Tra le varie materie c’era la storia ebraica, il significato delle feste sacre, così come i comandamenti. L’Antico Testamento (Tenach) lo trovavo sulle panche delle sinagoghe, ed iniziai ad innamorarmene mentre rileggevo le storie che i miei genitori mi avevano raccontato sin dalla mia infanzia. Questo libro era unico e catturava la mia immaginazione da un lato, ma mi frustrava dall’altro; la maggior parte delle cose che leggevo erano criptiche, mentre altre sembravano chiarissime. La Bibbia ebraica mi affascinava come nessun altro libro avessi mai letto. Sapevo che conteneva la chiave per ottenere la vita eterna, ma dove?
Iniziai a sviluppare una profonda fame per le cose di Dio a quel tempo, e iniziai anche a partecipare frequentemente alle riunioni dello Shabbath.

Un giorno, durante la ricreazione a scuola, mentre sedevo sulle panche della sinagoga leggendo la Tenach, mi imbattei in Isaia 52:13-53. Non esagero nel dire che rimasi scioccato da quello che stavo leggendo. “Cosa ci fa Lui nella nostra Bibbia?!” Il primo pensiero fu che qualche cristiano avesse introdotto una delle loro versioni dell’Antico Testamento in una delle nostre pagine. Aprii la Bibbia alla pagina iniziale e scoprii che era “una delle nostre” (Jewish Publication Society). Rilessi quei versetti di Isaia ancora e ancora perché riconobbi la descrizione: era Gesù! Fino a quel giorno non riuscivo neanche a capire perché i cristiani leggessero il nostro Antico Testamento, insieme al loro Nuovo Testamento. Cosa c’entravano le Scritture ebraiche con il cristianesimo? Niente, pensavo!

Durante quei tre anni alla scuola ebraica notai che la descrizione di Dio nella Bibbia ebraica sembrava indicare che il Dio d’Israele fosse Trino. Questo era un concetto che rigettavo completamente in quanto estraneo e contrario a quanto pensavano Mosè ed i profeti. Lasciai da parte queste nozioni attribuendole ad una mia mal interpretazione, avendo solo dieci anni a quel tempo. Pensavo: “Ma che ne capisco io?” Mi ricordo che pensavo: “I cristiani devono sbagliarsi riguardo al loro concetto di Trinità – ma adesso capivo perché usavano la nostra Bibbia per difendere la loro dottrina”, perché sembrava che alcuni brani nella Bibbia ebraica coincidessero con la loro visuale di Trinità. Trovavo questi versetti della natura Tri-Unitaria di Dio in Isaia, Daniele e in tutto l’Antico Testamento, inclusa la Torah. Strano!

All’età di tredici anni io e la mia famiglia tornammo in Israele, per il mio Bar-Mitzvahed al Muro del Pianto a Gerusalemme.
Dopo il mio Bar Mitzva, continuai a identificarmi culturalmente come ebreo, ma lasciai alle mie spalle ogni coinvolgimento serio col giudaismo come religione. Sapevo che Einstein si identificava in un modo simile: ebreo in etnicità ma non in religione. Se andava bene per lui che era Albert Einstein, poteva andare bene anche per me…

Ben presto diventai un ateo/agnostico e questo durò fino alla metà dei miei venti anni. Poi caddi in una crisi esistenziale e questo capitò mentre studiavo sotto la guida del Dr. Paul Edwards che insegnava Filosofia al Brooklyn College. Il Dr. Edwards offriva un corso esclusivo su “I grandi non credenti” in cui riportava le migliori argomentazioni, delle più grandi menti, sulle ragioni per cui Dio non esiste. Durante il corso rimasi esterrefatto da quanto fossero deboli le argomentazioni degli atei contro Dio. Tutti questi brillanti filosofi atei, quando si relazionavano con la questione Dio, diventavano dei sempliciotti.
In quel periodo guidavo un taxi giallo in NYC per pagarmi gli studi, e fu a quel tempo che Dio iniziò a mandare molti credenti nel mio taxi. Quando mi testimoniavano, finivamo per urlare uno contro l’altro. Mi dicevano che avevo bisogno di Gesù, io rispondevo che ero ebreo.

Tuttavia, nel mio ribellarmi, il cristianesimo aveva trasformato la mia comprensione dell’unità di Dio d’Israele, procurandomi una confusione irriconoscibile con la dottrina della Trinità. Riconoscevo che Gesù e gli apostoli erano ebrei, ma non era sufficiente, dopo tutto, sarebbe potuto accadere che tutti i suoi seguaci avrebbero potuto sbagliarsi nonostante le loro sincere convinzioni. Per quanto mi riguardava, Gesù andava bene per i gentili, ma non per gli ebrei, visto che il cristianesimo parlava di un dio diverso dal Dio di Israele.

Un giorno, una signora anziana molto gentile, che era cristiana, mi spiegò che la parola “Christos” era la traduzione greca del termine Unto. Questo mi fece collegare i punti: i cristiani credono di seguire il Messia ebreo. Questo mi portò a domandarmi: “Gesù, è il vero Messia???” Non ero convinto che lo fosse. Mi suggerì di leggere la Tenach per vedere se Gesù fosse chi sosteneva di essere, e così iniziai a leggere la Bibbia ebraica. Avevo diverse versioni dell’AT sul mio letto e iniziai a leggerle. Riuscivo a cavarmela un po’ con il mio ebraico, ma non senza difficoltà. Quando iniziai a leggere, incappai in brani che avevo letto da bambino. Ricordai di aver riconosciuto Yeshua in quei brani, ma adesso li stavo leggendo con gli occhi di un adulto.

Mentre leggevo e rileggevo questi brani, iniziavo a vedere i pezzi del puzzle che iniziavano a combaciare. Il Messia doveva nascere a Betlemme (Michea 5:2), le sue mani e i suoi piedi dovevano essere trafitti al momento della sua morte che sembrava dovesse avvenire mediante crocifissione (Es. 12:21; Sl. 22) e molte altre profezie. Ma pensavo: “E se gli scrittori del NT avessero aggiunto cose che mancavano per far sembrare che Gesù avesse adempiuto le Scritture quando in realtà il Messia non era ancora venuto?” Sapevo che se Gesù fosse stato il Messia avrei dovuto seguirlo – ma se non lo fosse stato, sarei diventato un idolatra, avendolo adorato come Dio. Mentre riflettevo su questo grande problema, iniziai ad implorare Dio di farmi vedere.
“Dammi un passo della Scrittura che mi faccia veramente vedere se Gesù è veramente il Messia o no”. E mentre pregavo, nella Sua grande grazia, inizia a leggere Isaia 53 e mentre leggevo questi versetti mi ricordai di averli letti quando ero un bambino.
Questa volta, però, accettai che Gesù era il Messia. In quel momento lo accettai nel mio cuore.
Il Figlio mi ha liberato veramente. Questa era una purificazione che nessun Yom Kippur avrebbe mai potuto offrire.
Non molto tempo dopo aver riposto la mia fede in Y’shua, mi resi conto che il Signore mi chiamava a diventare un missionario a tempo pieno. In quel periodo conobbi tanti credenti ebrei e questo rinforzò la mia fede in Y’shua Ha Mashiach (l’espressione ebraica per Gesù Cristo). E il Signore mi ha sostenuto fino ad oggi.

Ho incontrato e sposato mia moglie Stephanie, e dico a tutti che solo Dio poteva accoppiare una Portoricana del Bronx con un ebreo israeliano e far funzionare quel matrimonio. Stephanie lavorava mentre io studiavo per prender il mio Master in Divinity al Western Seminary di Portland. Stephanie (che era stata portata al Signore e discepolata da ebrei credenti) mi ha affiancato in uno dei momenti più duri del mio ministero (Sono stato un cappellano della polizia per 14 anni ). Eravamo entrambi a NYC per una vacanza durante l’attacco dell’11 Settembre 2011, e mi resi disponibile per lavorare a ground zero come cappellano, rimanendo a New York fino all’8 Ottobre. Mia moglie mi ha sostenuto intensamente in preghiera dimostrando una grande devozione per il Signore. Ama il Signore e anche lei ha la mia stessa passione nel voler raggiungere il popolo ebraico ed insegnare ai cristiani la radice della fede cristiana, così come testimoniare alle pecore perdute della casa di Israele. La nostra zona d’azione è la grande area di Sacramento, Davis, Chico, The Bay Area oltre che brevi viaggi missionari tra New York e Israele.

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