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Con gli occhi di un bambino

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Il profumo della carta, la penna che scivola, l’inchiostro che torna a colorare le mie giornate mentre passeggio col Signore per le  strade del tempo. Questo è quello che mi regala il mattino mentre la  casa è ancora addormentata ed io ed il Signore ci prendiamo il nostro tempo per stare insieme.

Stamani voglio condividere un tratto di questa strada con voi e raccontarvi la storia di come tanti gesti inaspettati siano stati usati da Dio per arricchirmi oltre misura. E’ la storia di un piccolo seme gettato anni fa, che oggi si affaccia al mondo, con timida sicurezza, una sana dose di incoscienza e leggiadra semplicità.

La storia inizia nel 2017, con una chiamata da parte di Enrico e Betty Pasquini, i responsabili del Centro Maranatha, che mi chiedevano di occuparmi delle serate dedicate alle storie missionarie durante il Campo Ragazzi da loro organizzate. Accettai volentieri e iniziai a pregare per chiedere al Signore di aiutarmi a scegliere le storie che Lui desiderava che raccontassi. 

In quei giorni avevo finito di leggere un estratto della storia di Arnold G. Fruchtenbaum, che mi aveva incoraggiato tanto. Solitamente non racconto mai storie di missionari ancora in vita, ma quella storia aveva toccato una parte del mio cuore che non riuscivo a non ascoltare. Avevo però diversi ostacoli di fronte: niente aiuti visivi, nessun manuale da seguire e peggio ancora, avevo a disposizione solo la versione “Bignami” della storia originale… avrei mai potuto ricostruire fedelmente la storia di Arnold? Non ne ero molto certa…

Parlando con Christiane Jurik, il capo redattore di Ariel Ministries, le spiegai pro e contro della situazione, desideri e limiti del progetto. Lei mi disse che forse avrebbe potuto aiutarmi, ma aveva bisogno di qualche giorno di tempo … Io pensai che per aiutarmi ci voleva ben più di qualche giorno di tempo … visto che viviamo ai due poli opposti del mondo! Io in Italia, lei negli Stati Uniti! Le risposi che avrei aspettato volentieri… ma nella realtà non riponevo molta fiducia in quell’attesa e… devo essere ancora più sincera? Ne avevo riposta così poca che me ne dimenticai! 

Fino a quando, 10 giorni dopo, il postino suonò alla porta dicendo che c’era un pacco per me.

Amo ricevere pacchi, ma quello non ricordavo di averlo ordinato. Lo presi ed era molto pesante, c’era il logo di Ariel Ministries, il pacco veniva dal Texas. Lo aprii sbigottita: c’erano due libri dentro, la biografia completa di Arnold G. Fruchtenbaum e la storia della donna che lo aveva portato alla fede Miss Ruth Wardell! … Quel gesto così inaspettato, non necessario, ma estremamente sentito avevano toccato il mio cuore oltre ogni parola. Christiane mi aveva fatto recapitare il materiale per preparare al meglio la storia di Arnold. C’era qualcuno che non mi conosceva dall’altra parte del mondo che desiderava ugualmente portare il peso con me di quella decisione. E sapete cosa mi ricordò il Signore guardando i costi della spedizione? Che nessun costo è equiparabile di fronte al valore inestimabile di un’anima. Pagare i prezzi gli uni per gli altri, portare i pesi gli uni degli altri ci incoraggia a rimanere fedeli al Signore. L’essere di edificazione reciproca permette al corpo di essere sano, unito e ben stretto di fronte agli attacchi del nemico.

Dopo questo grande incoraggiamento, chiesi ad Enrico e Betty il permesso di dedicare entrambe le serate missionarie alla vita di Arnold G. Fruchtenbaum, direttore e fondatore di Ariel Ministries e con molta gioia mi dissero che sarebbero stati anche loro felici di conoscere la storia di questo fratello ebreo messianico.

Adesso avevo ben oltre 800 pagine di materiale da usare come manuale per il racconto della storia … non avevo però nessun aiuto visivo. Non vi parlerò qui dei miei grandi limiti di disegnatrice o della mia mancanza di talento artistico … ringrazierò solo il Signore di avermi fatto nascere in un’epoca tecnologica dove PowerPoint, foto e musica vennero in mio aiuto in modo esemplare. In realtà le pagine che usai come manuale arrivarono ad essere ben oltre 1000 (poche delle quali in italiano) perché, man mano che leggevo la biografia del Dr. Fruchtenbaum, compravo i libri anche dei missionari che a loro volta avevano influenzato la sua vita, due dei quali erano Hudson Tylor e George Muller.

La preparazione fu un tempo di grande crescita personale, incoraggiamento spirituale e formazione. 

Quando arrivò il momento di raccontare la storia a Maranatha fu un momento speciale. Ricordo ancora il silenzio surreale mentre raccontavo (in un campo bambini dai 6 agli 11 anni, oserei dire quasi miracoloso), gli occhi dei bambini, le loro espressioni di interesse, gioia, stupore. Ricordo lo sguardo amorevole di Enrico e Betty, le lacrime miste tra gioia e dolore di Alessandra, le parole di incoraggiamento di Laura, l’abbraccio di Wilma. Alcuni dei capocamera rimasero così colpiti dalla storia che alcuni di loro ci raggiunsero l’anno dopo per la prima conferenza del Dr. Fruchtenbaum in Italia! Fu un tempo benedetto.

L’ultima sera missionaria consegnai a tutti una lettera che Arnold aveva preparato … era un ricordo da portare non solo a casa, ma nel cuore… Ricordo ancora lo scetticismo di alcuni bambini! Alcuni dicevano: “Non l’ha scritta veramente lui per noi”, altri dicevano: “Possibile che abbia pensato proprio a noi?” Il risultato è che l’anno successivo molti di loro incontrarono il Dr. Fruchtenbaum dal vivo durante il primo tour in Italia e molti di loro ebbero la possibilità di conoscerlo veramente! La parte bella di raccontare la storia di un missionario ancora in vita!

Cosa c’era scritto nella lettera?

Ecco qui la copia di una delle bambine che all’epoca aveva 11 anni.

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Tre anni fa, mentre raccontavo la storia del Dr. Fruchtenbaum quella bambina non era tra quelli che avevano gli occhi più spalancati degli altri, o un’espressione particolarmente rapita, eppure in quel cuore il Signore aveva piantato un semino, che Lui stesso avrebbe fatto crescere. Il Signore non sempre permette che capiamo ciò che accade intorno a noi nell’immediato, per questo non ci ha detto: “Andate e capite” ma “Andate … e predicate l’evangelo a ogni creatura” (Mr. 16:15).

È Dio che fa crescere, e che gioia vedere lo Spirito Santo all’opera nei cuori di queste creature!

Quella bambina oggi ha 14 anni e tra pochi giorni presenterà la sua tesina di terza media intitolata “La Shoah: per non dimenticare”. I professori le hanno già detto che inizieranno facendole una domanda: “Sophia, perché hai scelto questo argomento?”. Quando me lo ha detto, le ho chiesto cosa avrebbe risposto. Lei mi ha guardato un po’ assorta e mi ha detto: “Mamma, ma lo sai che il termine Shoah si trova anche in Isaia! Devo scegliere bene la mia risposta perchè ho solo 20 minuti di tempo!”.

Visto che il tempo che Sophia avrà a disposizione venerdì sarà troppo breve per raccontare quello che è avvenuto a casa nostra in questi mesi, abbiamo pensato di condividerlo con voi cari amici!

Tutto è iniziato mesi fa, quando il postino suonò al campanello di casa dicendo: “C’è un pacco dal Texas per voi” … è molto pesante! Ma il resto ve lo raccontiamo domani. 

Shalom!

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